Guerriero: “Trasparenza subito, Caserta non può più subire giochi di potere e silenzi istituzionali”
Caserta – A metà ottobre è stato costituito un nuovo ente che potrebbe cambiare il destino dell’area Ex Macrico, uno dei luoghi più discussi e simbolici della città.
Si tratta dell’“Ente religioso civilmente riconosciuto – Diocesi di Caserta ramo ETS”, registrato come Ente del Terzo Settore dopo un decreto del Vescovo monsignor Pietro Lagnese del 27 giugno 2024 e ufficialmente iscritto il 16 ottobre 2025.
Secondo le informazioni pubbliche e le ricostruzioni del Comitato Macrico Verde, questo nuovo soggetto giuridico si appresterebbe a ricevere in comodato d’uso per 99 anni l’intera area dell’ex Macrico dall’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, dietro il versamento di una somma simbolica.
L’operazione si accompagnerebbe a un finanziamento regionale da 15 milioni di euro destinato – secondo le fonti – alle “aree di culto” in occasione del Giubileo.
Ma c’è un punto che accende le polemiche: l’ex Macrico non è mai stato classificato come area di culto e risulta tuttora privo di destinazione urbanistica, con due vincoli ministeriali che ne limitano ogni trasformazione.
Di fronte a questo scenario, il movimento ckè ha indirizzato al Vescovo una lettera aperta, chiedendo un incontro urgente per chiarire natura, finalità e destinazione del nuovo ente e del maxi-finanziamento.
Una richiesta di trasparenza che molti cittadini condividono, vista la storica opacità che circonda l’ex area militare, da vent’anni al centro di promesse, progetti incompiuti e annunci di rinascita mai concretizzati.
La dichiarazione di Ciro Guerriero, candidato sindaco di Caserta: “L’ex Macrico non può essere gestito come una proprietà privata o un affare di pochi. Parliamo di un’area strategica per il futuro urbano, sociale e ambientale della città.
Se davvero esiste un ente che riceverà 15 milioni di euro pubblici, i cittadini hanno il diritto di sapere come, da chi e per cosa verranno spesi.
Caserta ha già pagato troppo in silenzi e compromessi.
Pretendiamo trasparenza totale, documenti alla mano, e un confronto pubblico aperto tra istituzioni, diocesi e cittadini.
Nessuno può decidere del destino del Macrico senza Caserta TUTTA.”















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