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Alfonso Golia, pronto al TSO, condanna alla sconfitta Mauro Baldascino marchiandolo con l’infamia della continuità amministrativa e della ‘coerenza’.

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Aversa- Alfonso Golia, pronto al TSO, condanna alla sconfitta Mauro Baldascino marchiandolo con l’infamia della continuità amministrativa e della ‘coerenza’. Intervenga il commissario prefettizio per firmare il trattamento

La campagna elettorale della follia. Un capitolo della poco entusiasmante campagna elettorale per le comunali di Aversa l’ha scritta e sta continuando a scriverla l’ex primo cittadino Alfonso Golia.
Piccolo riassunto della sua breve storia triste. Golia era stato eletto sindaco nel 2019 in maniera alquanto inaspettata dal corpo elettorale aversano alla ricerca di un cambiamento concreto. Una pioggia di voti che, contro ogni previsione, l’hanno catapultato alla guida del Comune. L’idillio è durato fino al dicembre 2020 quando l’innovatore Golia ruppe con una parte della sua maggioranza di centrosinistra e pensò bene di continuare l’opera di rinnovamento reclutando i moderati zanniniani. Il risultato sono stati altri tre anni di dubbia utilità politico-amministrativa. Il lettore ci perdonerà. Non è questa una opinione personale ma l’opinione generale che si riscontra in giro per la città di Aversa dove, unanime, è l’astio nei confronti dell’ex sindaco.
Di fronte a tutta questa avversione un politico minimamente accorto avrebbe tirato i remi in barca e si sarebbe reso piuttosto silente in attesa che le condizioni politiche mutassero a suo favore. Alfonso Golia, invece, ha pensato bene di tentare ogni carta per farsi ricandidare dal centrosinistra.
Non riuscendoci, per i motivi di cui sopra, il centrosinistra lo ha messo in un cantuccio, o almeno così sperava. Invece Alfonso Golia è propenso a far morire Sansone con tutti i filistei, e per questo motivo si sta presentando alla città, insieme alla sua lista (la politica che serve), come un vero e proprio candidato sindaco.
Adesso, in queste circostanze delicate, la differenza la fa tutta lo stile del candidato. Nel caso di Alfonso Golia si deve riconoscere che lo stile è quello di un pazzo furioso.
Prima ha tentato di flirtare con i 5 Stelle per sabotare la candidatura di Mauro Baldascino, poi, quando l’incolore Baldascino è stato scelto per condurre al sacrificio della sconfitta la coalizione di centrosinistra, ha cominciato a mettersi in mostra.
Lo hanno visto in questi venti giorni nelle pose più disperate. Lo hanno avvistato nelle pubbliche piazza mentre urlava chiedendo confronti con altri candidati sindaco (che ovviamente non ci hanno pensato mezzo secondo a regalargli un po’ di visibilità e agibilità politica). Lo hanno avvistato due settimane fa perfino in uno dei quartieri popolari, quell’Unrra casa di via Saporito che avevano contribuito a farlo diventare sindaco. Bene. Se nelle pubbliche piazze il folle inoffensivo viene lasciato urlare al vento, all’Unrra casa Golia e i suoi sono stati costretti, dopo circa 15 minuti, a pendere la via di casa visto che i residenti lo avrebbero volentieri preso a calci. L’accusa? Quella di aver presi voti nel 2019 e di non essersi più fatto vedere fino a due settimane fa.
Ma le prodezze del folle aversano non sono finite qui. A nche a livello di comunicazione politica Alfonso Golia ha deciso di abbracciare mortalmente il candidato della sua coalizione. L’abbraccio, che per Baldascino rischia di essere mortale, è sintetizzato in tre parole che Alfonso Golia ha scritto su uno dei volantini della sua campagna: libertà, continuità, coerenza.
Allora, andando per gradi. Alfonso Golia non viene riconosciuto come un sindaco libero ma soggetto prima alle turbe del solo Stefano Graziano (fino al dicembre 2020) e poi anche a quelle di Giovanni Zannini (che dal dicembre 2020 gli ha piazzato in moderati del suo luogotenente Innocenti in maggioranza). Quindi libertà, da chi o da cosa? Non è dato sapere.
Procediamo con continuità, che è la parola che uccide veramente Mauro Baldascino. Se Baldascino è accreditato come continuatore dell’opera di Golia rischia di essere morto già prima della chiusura delle urne. Sarà il primo suicidio assistito politico di una coalizione e del suo candidato sindaco.
Terza parola è coerenza. Come si fa ad accostare la parola coerenza ad Alfonso Golia che, eletto dal centrosinistra, ha fatto tre anni il sindaco dei Moderati di Giovanni Zannini?
Il risultato è che con questa campagna elettorale abbiamo appurato che Baldascino è una protesi di Alfonso Golia. A completare il quadro della follia elettorale normanna contribuisce anche la stampa nostrana. Nonostante la nobiltà delle testate, si fa a gara per sentire l’opinione dell’ex sindaco come se fosse kingmaker elettorale e non un privato cittadino qualunque. Roba che il commissario prefettizio Gerardina Basilicata, dovrebbe firmare subito un Tso per il candidato fantasma e anche per i giornalisti che lo incoraggiano sul crinale della follia. Poi si stupiscono che i giornali non si vendono…

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