Eravamo qua e, per dirla alla Vasco Rossi, siamo ancora qua. Fermi nella tensione per provare a dare realizzazione a uno sforzo quotidiano di coerenza. Rispetto a ciò, ci piacciono, ci stuzzicano alcune situazioni, certi casi, come quello riguardante l’anagrafe comunale dove venivano spediti i non convenzionali per effetto di un ordine di servizio dell’ex sindaco o del segretario generale.
L’Anagrafe di Falciano, situata nell’ex Caserma Sacchi, è diventata l’emblema di una gestione amministrativa inefficiente. I corridoi, un tempo custodi dei dati vitali dei cittadini casertani, oggi si presentano come un museo dell’orrore: documenti sparsi, ambienti fatiscenti e un’atmosfera di abbandono.
Nonostante l’insediamento dei commissari prefettizi, la situazione non sembra migliorare. La mancanza di personale qualificato e la carenza di risorse rendono difficile qualsiasi tentativo di riorganizzazione. La memoria storica della città, rappresentata da atti di nascita, matrimonio e morte, rischia di andare perduta nell’indifferenza generale.
È inaccettabile che un servizio essenziale come l’anagrafe venga trascurato in questo modo. I cittadini hanno il diritto di accedere a servizi efficienti e ben organizzati. È necessario un intervento immediato per salvaguardare questo patrimonio e ristabilire la fiducia nella pubblica amministrazione.
La situazione attuale è il risultato di anni di negligenza e mancanza di visione. È tempo di voltare pagina e ricostruire un’amministrazione che metta al centro le esigenze dei cittadini, garantendo trasparenza, efficienza e rispetto per la storia e l’identità di Caserta.
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