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Ancora un harakiri per Renzi

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Non vorrei essere nei panni di chi cura quel che non è curabile, ovvero l’immagine di Renzi.

Ieri, l’ex premier sperava di creare l’evento; di apparire credibile; di uscire vincitore.

Al contrario, la sua prova è stato l’ennesimo flop, come accadde a Bersaglio mobile

Mentre sono ad  accogliere il senatore accompagnato da Maria Elena Boschi, il presidente della Camera di commercio Tommaso De Simone, quello di Confindustria Gianluigi Traettino, il sindaco di Caserta Carlo Marino, il consigliere regionale Stefano Graziano, gli eurodeputati Nicola Caputo e Pina Picierno oltre ad una schiera di nostalgici amministratori, riguardo il video che ancora gira sul web,  un video spassosissimo. Quale?
Quello di Renzi quando  è andò da Mentana a presentare il suo nuovo libro “Avanti” e il modo in cui Mentana lo trattò.

Il video  della trasmissione la dicono lunga sul modo in cui Renzi è visto dalla stragrande maggioranza dei cittadini italiani.
Il suo libro già allora è stato demolito in modo assurdo!

Il video è divertentissimo.
Non potrai non ridere guardando il video.

Anche se pure leggendo le sue dichiarazioni sul libro, c’è molto da ridere.
Ecco cosa disse Renzi al lancio del suo libro: “Ho scritto questo libro per invitare, coinvolgere, entusiasmare. Perché ho capito di essere depositario dei sogni di una parte degli italiani – e non per quello che sono io, ma per una serie di circostanze. Perché penso – continua Renzi – che un politico abbia il dovere di andare oltre i 140 caratteri di un post per esprimere compiutamente le proprie idee. Perché sono convinto che chi ha svolto un servizio per le istituzioni debba essere trasparente e sviscerare punto per punto gli argomenti che hanno segnato la sua esperienza o – più banalmente – rispondere alle critiche che gli sono state rivolte.”

Del suo libro, intitolato con consueta originalità Avanti,  molti scriveranno “ancora un successo per lui”, ma ci andrà ed è stato appurato, da solo. La verità è che Renzi,  continua a sbagliare tutto. Tre prove.

1. Renzi non è quasi mai riuscito a fare autocritica. Nella sua narrazione (se usate ancora storytelling metto mano all’asta per i selfie, quello che i centri sociali considerano un ‘mangarello’) lui è sempre quello che ha fatto bene e gli altri quello che non hanno capito. Sul job(s) act, sulla scuola, sugli 80 euro, sulla legge elettorale. Su tutto.

Ogni tanto dava proprio la sensazione netta di delirare e di avere perso completamente il contatto con la realtà. Lui non sbaglia mai. Le perde tutte e lo odiano quasi tutti, ma lui non sbaglia mai: vedi tu com’è strana la vita. Il “quasi”, che ho usato prima, è riferito all’estemporanea autocritica sugli 80 euro: “Ho sbagliato perché li ho presentati come televendita, avrei dovuto coinvolgere 4 professori“.

2. Renzi non riesce più a creare l’evento. Ed è così da anni. I soliti ad accoglierlo anche chi era di destra poi passato alla sinistra per opportunità.

Tre anni fa, la sua presentazione di un libro sarebbe stata un evento: oggi no.  Renzi, pur con tutta la fiumana di prime pagine e servizi dedicati al nuovo libro, fa meno share del Sindaco del capoluogo.

Renzi è diventato uno come tanti. E non da ieri: basta controllare le sue performance in tivù negli ultimi due anni. Non è colpa del programma, dei conduttori, del mondo. E’ colpa sua: ha frantumato drammaticamente le palle.

Le ha proprio prosciugate, azzerate, vilipese. A tutti. Forse pure a se stesso.

3. Renzi ci prova a sembrare più “simpatico”, o anche solo più umile. Ma non ce la fa. Non gli viene proprio. E’ la solita storia della rana e dello scorpione. Parte calmo e si forza di sembrare alla mano. Poi però, minuto dopo minuto, gli torna su tutta la supponenza. Come se l’arroganza fosse il suo reflusso esofageo (e viceversa). Gli torna su tutta la boria. L’antipatia. L’aggressività.

Basta una domanda contropelo e deborda, come peraltro debordava il suo collo da quei poveri vestiti, che forse gli stavano cinque anni fa. E che lui, vittima di se stesso, continua pateticamente a indossare. Un’altra prova, forse, del suo non accettare il proprio declino vertiginoso.

Se Renzi avesse attorno qualcuno che gli vuole bene, bene sul serio, si fermerebbe.

Forse per sempre: del resto lo aveva promesso (tra le mille promesse fatte). Ma attorno ha solo droidi e yesmen, quindi la slavina è destinata a durare.

Nel suo delirio Renzi da Caserta dichiara : “Tra poco toccherà di nuovo a noi”

 

  
     
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