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Arrestato con l’accusa di corruzione il presidente della Regione Giovanni Toti.

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Le accuse a Toti: «Intascati 74 mila euro»

Al governatore Toti, oggi presidente del Consiglio nazionale di Noi moderati e alla guida di una giunta di centrodestra, si contesta di avere accettato da Aldo Spinelli e Roberto Spinelli le promesse di vari finanziamenti e ricevuto complessivamente 74.100 euro a fronte di più impegni: quelli di «trovare una soluzione» per la trasformazione della spiaggia di Punta Dell’Olmo da «libera» a «privata»; agevolare l’iter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo di interesse degli Spinelli e pendente presso gli uffici regionali; velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse alla Terminal Rinfuse Genova S.r.l. (controllata al 55% dalla Spinelli) pendente innanzi al Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, approvata il 2 dicembre 2021.

L’intercettazione: «Ok alla pratica edilizia di tuo figlio a Celle…»

Secondo quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, Toti avrebbe chiesto «una mano» a «diversi imprenditori» mettendo «a disposizione la propria funzione, i propri poteri e il proprio ruolo, in favore di interessi privati» per quattro appuntamenti elettorali. «In occasione e in concomitanza di ciascuna delle 4 competizioni elettorali che si sono susseguite nell’arco temporale dell’indagine (circa otto mesi) – scrive la gip Paola Faggioni – cioè le amministrative di Savona (ottobre 2021), le amministrative di Genova (giugno 2022), le politiche nazionali (25 settembre 2022), le amministrative di Ventimiglia e Sarzana (maggio 2023), Toti, pressato dalla necessità di reperire fondi per affrontare la campagna elettorale, ha messo a disposizione la propria funzione, i propri poteri e il proprio ruolo in favore di interessi privati in cambio di finanziamenti, reiterando il meccanismo con diversi imprenditori».

Tra le intercettazioni ritenute dagli inquirenti significative, ce n’è una del 15 febbraio 2023 in cui Giovanni Toti chiederebbe denaro in vista delle elezioni ad Aldo Spinelli in cambio della risoluzione di una pratica per il figlio. «Guarda che abbiamo risolto il problema a tuo figlio sul piano casa a Celle… ora facciamo la pratica, si può costruire… l’abbiamo risolto stamattina. Quando mi inviti in barca? Che… così parliamo un po’, ora che ci sono le elezioni… C’abbiam bisogno di una mano».

«In alcuni casi – scrive la gip – era lo stesso Toti esplicitamente a chiedere il finanziamento, promettendo al privato comportamenti o provvedimenti a lui favorevoli o addirittura ricordandogli “di aver fatto la sua parte” e quindi aspettarsi conseguentemente “una mano” in vista delle elezioni».

Perquisizioni in casa Toti e in Regione

In mattinata sono state effettuate  perquisizioni nell’ abitazione genovese di piazza Piccapietra, dove è domiciliato il Governatore della Liguria. Parallelamente alla perquisizione domiciliare, i militari delle Fiamme Gialle hanno controllato alcuni uffici del consiglio Regionale ligure, tra cui quello del capo di Gabinetto Matteo Cozzani, arrestato con l’accusa di scambio politico mafioso di voti. Il Governatore della Liguria ha nominato come avvocato difensore Stefano Savi, noto penalista di Genova. L’arresto del governatore è avvenuto a Sanremo, in un hotel, dove Toti si trovava per impegni politici.

Toti in caserma, sospeso da governatore: le funzioni a Piana

Poco dopo mezzogiorno il presidente della Regione è stato accompagnato nella caserma della Finanza sul lungomare Canepa di Genova. Con lui c’era l’avvocato Savi. Toti nel frattempo è sospeso dalle funzioni di governatore della Liguria. «Il presidente Toti al momento è sereno e convinto di poter spiegare tutto. La Regione continuerà anche in sua assenza a lavorare – spiega l’avvocato Savi -. Sono tutti fatti di cui possiamo dare una spiegazione perché rientrano nell’ambito di legittima attività di amministrazione». E poi:  «Non si parla – sottolinea Savi – di dimissioni. Si sospende dalla funzione e poi vedremo cosa succede. Il processo è ancora tutto da fare». A Toti subentra nelle funzioni di presidente il suo vice Alessandro Piana.

Le accuse a Signorini: «I soggiorni a Montecarlo, le fiches, i massaggi»

All’ex presidente dell’Autorità portuale e attuale ad del colosso dell’energia Iren Paolo Emilio Signorini si contesta di avere ricevuto da Aldo Spinelli «22 soggiorni di lusso a Montecarlo presso l’Hotel de Paris di Monte Carlo, per un totale di 42 notti, comprendenti anche giocate al casinò e servizi extra quali servizi in camera, massaggi e trattamenti estetici, un posto tenda nella spiaggia della struttura alberghiera» oltre «alla partecipazione ad eventi esclusivi, quali la finale del torneo internazionale di tennis “Rolex Monte Carlo Masters”, nonchè fiches per effettuare puntate alla Casa da Gioco di Montecarlo». Signorini, sempre in cambio di favori a Spinelli, avrebbe poi ricevuto «una borsa Chanel, un bracciale in oro di Cartier del valore di 7.200 euro, entrambi regali destinati a terzi».

Il capo di gabinetto e l’aggravante di associazione mafiosa

Tra gli inquisiti, in diversi filoni d’inchiesta guidati da sei diversi pubblici ministeri e coordinati dal capo della procura Nicola Piacente, anche l’attuale capo di gabinetto della Regione Matteo Cozzani.

A lui – in veste di coordinatore regionale della campagna elettorale per la Lista «Cambiamo con Toti Presidente» – e ai gemelli Italo Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa, quali rappresentanti della comunità genovese originaria di Riesi (Caltanissetta), viene contestato il reato di corruzione elettorale «in occasione delle Regionali in Liguria del settembre 2020». «Costoro – spiega la procura – sono accusati di aver promesso posti di lavoro ed il cambio di un alloggio di edilizia popolare per convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità riesina di Genova (almeno 400 preferenze) e comunque siciliani verso la lista “Cambiamo con Toti Presidente”».

In questo caso è contestata anche l’aggravante del fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova. I gemelli Testa, riesini di origine ma da molti anni trapiantati nella Bassa bergamasca, sono dirigenti di Forza Italia nei Comuni di Dalmine e Boltiere. E oggi il partito berlusconiano li ha sospesi per cautela. Tempo fa, i gemelli Testa, furono inoltre ritratti mentre facevano il saluto romano davanti alla tomba di Mussolini, a Predappio.

Il consigliere di Esselunga, che precisa: «Sempre corretti»

Al governatore ligure e al suo capo di gabinetto Cozzani viene poi contestato di «aver accettato la promessa di Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, di un finanziamento illecito rappresentato dal pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo per la campagna elettorale comunale del giugno 2022 – si legge nelle carte -, «a fronte dell’impegno di sbloccare due pratiche di Esselunga pendenti in Regione relative alla apertura di due punti vendita rispettivamente a Sestri Ponente e Savona». Moncada è stato destinatario della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale. Dal canto suo, Esselunga dichiara «che il proprio management ha sempre agito correttamente ed esprime fiducia nell’operato della magistratura auspicando che si faccia tempestivamente chiarezza sui fatti»

Gli altri indagati

Tra gli altri nomi colpiti dalle misure del gip di La Spezia sono quelli di Mauro Vianelli, presidente dell’Ente Bacini. A Venanzio Maurici (ex sindacalista della Cgil), viene contestato il reato di corruzione elettorale «quale elettore e referente “genovese” del clan Cammarata del Mandamento di Riesi, in occasione delle consultazioni elettorali della Regione Liguria del 2020». La procura contesta a Maurici di aver accettato «la promessa di un posto di lavoro in favore del compagno convivente della figlia» in cambio di voti alla lista «Cambiamo con Toti Presidente». Al sindacalista viene contestata l’aggravante di aver agevolato «l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra».

Nell’ambito dell’inchiesta per corruzione elettorale è indagato anche l’editore di Primocanale Maurizio Rossi, che sarebbe accusato di finanziamento illecito sotto forma di campagna politica andata in onda sull’emittente televisiva.

Atti all’antimafia

 La commissione parlamentare Antimafia, intanto, ha chiesto l’acquisizione degli atti dell’inchiesta della Dda genovese.

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