Trentacinque anni di carcere. E’ stata questa la richiesta del sostituto procuratore della Dda di Napoli Ciro Capasso, nel processo per interposizione fittizia aggravata di una azienda bufalina di Brezza, frazione di Grazzanise, intestata alla mamma di Zagaria, Raffaella Fontana, e gestita dalla famiglia Zagaria, che si sta celebrando dinanzi alla prima sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta da Giovanni Caparco, con a latere Francesco Maione e Patrizia Iorio.
Il magistrato antimafia ha richiesto 14 anni di reclusione per Antonio Zagaria (c l75); 6 anni di reclusione per Aristide Cassella; 5 anni di reclusione per Antonio Zagaria (cl.62), Carmine Zagaria, Fernando Zagaria. Si torna in aula nel mese di luglio per le discussioni dei legali.
Sono finiti sotto processo i fratelli del boss Michele Zagaria, Antonio e Carmine, l’amministratore giudiziario Aristide Cassella, i fratelli Antonio e Fernando Zagaria, omonimi e non parenti del boss, che hanno messo a disposizione della famiglia mafiosa le loro aziende, secondo la ricostruzione della Dda di Napoli. La guardia di finanza nel maggio 2020 sequestrò l’azienda di allevamento di bufale con produzione di latte crudo a Brezza, in quanto ritenuta nelle mani dei fratelli del boss Michele Zagaria, Antonio e Carmine, e da loro utilizzata per favorire gli interessi economici del clan
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