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CARITAS CASERTA, I VOLTI DELLA POVERTA’: OPERATORI E VOLONTARI RACCONTANO LE SFIDE E L’IMPEGNO SUL TERRITORIO

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CASERTA – “Non camminare avanti, non camminare indietro, ma cammina affianco” è con queste parole che il coordinatore Caritas diocesana di Caserta,Dario Savasta, ha aperto ieri, lunedì 18 novembre, i lavori del Convegno “I volti della povertà” promosso dalla Caritas Diocesana in occasione della Terza Giornata Mondiale dei poveri, istituita da Papa Francesco al termine del Giubileo della Misericordia.

“La speranza dei poveri non sarà mai delusa è il messaggio raccolto nella 33esima domenica del tempo ordinario, con cui il Papa ha esortato a guardare i poveri e ad ascoltarli, proprio come avviene nelle nostre case di accoglienza, nei centri di ascolto e all’interno delle parrocchie” – ha dichiarato don Antonello Giannotti, direttore Caritas diocesana di Caserta e parroco del Buon Pastore, dinanzi ad una sala gremita. Il convegno, infatti, è stato ideato con l’impulso di dare evidenza alla comunità di cosa avviene sul nostro territorio e come si declina l’impegno della Caritas in tutti i suoi segmenti di azione, per intervenire nei casi di estremo bisogno.

“Tre cose sono state fin qui già concretizzate – prosegue don Antonello Giannotti – il rispetto della dignità dei poveri per renderli protagonisti del loro riscatto, la relazione per aiutare a crescere al di fuori delle forme dell’assistenzialismo e la condivisione che esula dalla beneficenza”.

Sono circa 400 gli operatori pastorali della Caritas Caserta, che nel corso degli anni hanno affrontato molteplici sfide fino a divenire essi stessi promotori di iniziative sociali, finanziate con i fondi 8xmille, che stanno assumendo nuove e rilevanti connotazioni.  E’ il caso dei progetti esposti da Gian Luca Castaldi, responsabile Caritas- area immigrazione, un organismo che ha circa 10 anni di vita e che si è trasformato considerevolmente partendo da soli 22 posti letto. Castaldi traccia un bilancio di questi anni di attività incessante e chiarisce che al concetto di integrazione, dove non è dato capire chi integra cosa (?,ndr) dobbiamo iniziare a preferire quello di inclusione. “Le chiacchiere da propaganda politica stanno a zero – afferma Castaldi – nell’azione tutti i giorni si vivono processi di inserimento sociale e lavorativo in maniera naturale. Bisogna considerare che un immigrato ha un passato che gli manca, un futuro che non è chiaro e un presente che non vuole!”. Dal 2017 Gian Luca Castaldi guida il progetto SPRAR e lo definisce un progetto innovativo, in cui Caserta è stata tra i primi territori ad accogliere, e una delle poche città in Italia in cui italiani e stranieri hanno lavorato per il territorio azzerando ogni pregiudizio.

In tema di immigrazione una testimonianza efficace è stata fornita da don Antimo Vigliotta per Migrantes, un’altra realtà Caritas in cui i migranti appartengono a ben 3 comunità cristiane straniere: ucraina, polacca e filippina, ciascuna assistita da cappellani di diversa etnia, provenienti anche da Roma. “Non solo migranti, perchè la verità è che dietro la nostra indifferenza c’è la paura per la diversità” conclude don Antimo.  A Barbara Pacilio, coordinatrice di Progetto Con-Tatto, è stato affidato un excursus sullo stato dell’arte in merito agli sportelli di ascolto e per la famiglia, ai percorsi sulla genitorialità e alle iniziative per un confronto scuola/famiglia sui temi critici del bullismo e del cyberbullismo. “Crescono le richieste di aiuto – precisa Barabra Pacilio –  in un mese si ricevono in media 70-80 utenti con bisogni diversificati: si va dalla richiesta di cibo, libri, beni economici e lavoro, ma anche di assistenza e di presenza umana. Nelle linee della povertà si inseriscono i divorziati, i disoccupati, le persone con problemi psicologici o in un profondo stato di solitudine, soprattutto gli anziani, e coloro che soffrono di dipendenze. Operiamo nell’ambito della diocesi attivamente con un occhio attento alle periferie”. La Caritas in poco tempo ha anche inaugurato l’apertura di nuove case di accoglienza sul territorio, come Casa Emmaus, agendo continuamente per andare incontro al grido disperato di uomini, donne e, talvolta, di intere famiglie. La testimonianza accorata di Annamaria Antonino ha riempito la Biblioteca diocesana di calore e amore. Pochi minuti per racconatre storie di vita e di speranza, in cui si è elevato forte il senso della dignità di ogni vita.  Tra i dati forniti emerge che i volontari di Casa Emmaus di Caserta in due anni di attività hanno fornito ben 10mila pasti sul territorio, numeri impressionanti.

All’incontro è intervenuto il Vescovo di Caserta, S.E. Giovanni D’Alise, che ringraziando gli operatori, i responsabili, i volontari e i presenti in sala, ha invitato la comunità a riflettere sulle nuove forme di povertà sociale e di povertà assoluta, che si rivelano dinanzi alle ingiustizie. Sofferenze che scaturiscono da una tagliente e radicata indifferenza degli uomini verso gli uomini.

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