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Caturano: il settore è in profonda crisi e nessuno ne parla

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Quando l’emergenza sanitaria ha iniziato a manifestarsi nell’enormità della sua portata, l’autotrasporto si è rivelato di vitale importanza per garantire il rifornimento di merci e beni essenziali.
Eppure, il settore è in profonda crisi e nessuno ne parla. Il problema principale riguarda il crollo dei volumi di lavoro – mediamente il 30% delle flotte è fermo nei piazzali – e il ritardo dei pagamenti da parte dei committenti per i viaggi effettuati già prima dell’emergenza.
Come deve fare un’azienda a garantire il proprio servizio in queste settimane difficili e, allo stesso tempo, far fronte a elevati costi fissi per l’assicurazione, il personale, i ricambi e le spese delle autorimesse?
Già prima del blocco totale, infatti, moltissimi committenti avevano iniziato a chiedere di posticipare le scadenze per i pagamenti. Così, quando è stata decretata la chiusura, gli insoluti accumulati erano già tantissimi. Le uscite finanziarie sono sempre maggiori delle entrate, nonostante le moratorie.
Alle nostre aziende non serve affatto accumulare altri debiti, ma serve invece una liquidità a fondo perduto accompagnata dall’anticipazione dei rimborsi dei crediti già maturati ma non esigibili per le accise sul gasolio inerenti al primo trimestre del 2020 e per i pedaggi autostradali inerenti al 2019, con la sospensione del pagamento dei contributi previdenziali almeno fino alla fine del 2020.
Sono questi i provvedimenti da prendere subito perché – non ci stancheremo mai di ribadirlo – se crolla l’autotrasporto, non crolla solo un settore, ma l’intero sistema Paese.
Le aziende, specialmente quelle di medio-piccole dimensioni, stanno pagando un prezzo molto alto e, nonostante questo, stanno dimostrando un grande senso di responsabilità continuando a svolgere il proprio lavoro. Però non è accettabile che, ancora una volta, l’autotrasporto si faccia carico di tutte le conseguenze derivanti da questa situazione di difficoltà e inefficienza.
Il Governo sta già facendo qualcosa, ma non basta: chiediamo a gran voce che le nostre proposte siano ascoltate e realizzate senza perdere ancora tempo prezioso.
Basta con i proclami, si passi ai fatti.

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