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Centrodestra: punto per punto l’intesa quasi fatta tra Salvini, Berlusconi e Meloni

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CASERTA –  Ieri tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi una lunga telefonata ha posto le basi per l’accordo politico-elettorale. Il vertice a tre, compresa Giorgia Meloni, si terrà la prossima settimana ma l’intesa è ormai quasi raggiunta.

Primo punto il programma comune che sarà molto sintetico e che legherà i partiti della coalizione lasciando poi spazio ad ogni forza politica di portare avanti le proprie battaglie nel proporzionale. In estrema sintesa i punti del patto che verrà firmato dai tre leader sono: abolizione della Legge Fornero, innalzamento delle pensioni minime, flat tax compresa da un minimo del 15 ad un massimo del 18%, contrasto all’immigrazione clandestina con un rigido controllo dei confini e l’espulsione di chi è in Italia senza documenti e non è un rifugiato politico, riforma della Buona Scuola, incentivi per le assunzioni dei giovani, richiesta della revisione dei trattati europei aprendo con una richiesta formale da avanzare a Bruxelles, abolizione degli studi di settore, riforma della Giustizia e sostegno alle forze dell’ordine con incremento di organici e di stipendi.

Per quanto riguarda le candidature si va verso un sistema che nel maggioritario, quindi nei collegi, tenga conto sia dei dati delle ultime Amministrative, in particolare le elezioni regionali, sia della media degli ultimi sondaggi. Sul fronte della ‘quarta gamba’ chi ha sostenuto i governi Pd, votando quindi la fiducia a Letta, Renzi e Gentiloni, non verrà candidato nei collegi uninominali. Spazio invece a coloro che, come Raffaele Fitto, sono sempre stati all’opposizione del Partito Democratico. Le quote per il maggioritario dovrebbero essere il 40% di candidati a Lega e Forza Italia, il 14% a Fratelli d’Italia e il restante 6% per gli alleati della ‘quarta gamba’.

L’accordo scritto prevede che, in caso di vittoria, il partito che prenderà più voti nel proporzionale esprimerà il presidente del Consiglio. Quindi Salvini per la Lega e la Meloni per Fratelli d’Italia. Per quanto riguarda Forza Italia, visto che Berlusconi è ancora in attesa del pronunciamento della Corte Ue sulla sua incandidabilità, sarà l’ex Cavaliere, nel caso, a proporre un nome. Le ipotesi al momento sono quelle di Francoa Frattini, Antonio Tajani e Giovanni Toti.

ha posto le basi per l’accordo politico-elettorale. Il vertice a tre, compresa Giorgia Meloni, si terrà la prossima settimana ma l’intesa è ormai quasi raggiunta.

Primo punto il programma comune che sarà molto sintetico e che legherà i partiti della coalizione lasciando poi spazio ad ogni forza politica di portare avanti le proprie battaglie nel proporzionale. In estrema sintesa i punti del patto che verrà firmato dai tre leader sono: abolizione della Legge Fornero, innalzamento delle pensioni minime, flat tax compresa da un minimo del 15 ad un massimo del 18%, contrasto all’immigrazione clandestina con un rigido controllo dei confini e l’espulsione di chi è in Italia senza documenti e non è un rifugiato politico, riforma della Buona Scuola, incentivi per le assunzioni dei giovani, richiesta della revisione dei trattati europei aprendo con una richiesta formale da avanzare a Bruxelles, abolizione degli studi di settore, riforma della Giustizia e sostegno alle forze dell’ordine con incremento di organici e di stipendi.

Per quanto riguarda le candidature si va verso un sistema che nel maggioritario, quindi nei collegi, tenga conto sia dei dati delle ultime Amministrative, in particolare le elezioni regionali, sia della media degli ultimi sondaggi. Sul fronte della ‘quarta gamba’ chi ha sostenuto i governi Pd, votando quindi la fiducia a Letta, Renzi e Gentiloni, non verrà candidato nei collegi uninominali. Spazio invece a coloro che, come Raffaele Fitto, sono sempre stati all’opposizione del Partito Democratico. Le quote per il maggioritario dovrebbero essere il 40% di candidati a Lega e Forza Italia, il 14% a Fratelli d’Italia e il restante 6% per gli alleati della ‘quarta gamba’.

L’accordo scritto prevede che, in caso di vittoria, il partito che prenderà più voti nel proporzionale esprimerà il presidente del Consiglio. Quindi Salvini per la Lega e la Meloni per Fratelli d’Italia. Per quanto riguarda Forza Italia, visto che Berlusconi è ancora in attesa del pronunciamento della Corte Ue sulla sua incandidabilità, sarà l’ex Cavaliere, nel caso, a proporre un nome. Le ipotesi al momento sono quelle di Francoa Frattini, Antonio Tajani e Giovanni Toti.

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