Coronavirus, morto un uomo a Monselice

Primi due casi accertati di contagio da Coronavirus a Padova e primo morto: Adriano Trevisan, 77 anni, padre dell’ex sindaco di Vo’.  L’altro paziente, di 68 anni, risultato positivo al test effettuato nella città del Santo è ricoverato in ospedale. Entrambi i contagiati vengono dall’ospedale di Schiavonia. Sono ricoverati nel reparto Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera della…

Primi due casi accertati di contagio da Coronavirus a Padova e primo morto: Adriano Trevisan, 77 anni, padre dell’ex sindaco di Vo’.  L’altro paziente, di 68 anni, risultato positivo al test effettuato nella città del Santo è ricoverato in ospedale. Entrambi i contagiati vengono dall’ospedale di Schiavonia. Sono ricoverati nel reparto Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera della città.

I tamponi, già risultati positivi, sono stati inviati per riscontri all’Istituto Spallanzani di Roma: si attendono quindi gli esiti dei secondi test, ma l’allerta è alta. E’ in corso la mappatura di tutti gli spostamenti e i contatti avuti dai due contagiati. Sono stati disposti tamponi su tutti i dipendenti del primo ospedale. «A Schiavonia «andiamo gradualmente a svuotare l’ospedale, in maniera tale da sanificare il tutto». Lo ha annunciato il presidente del Veneto. Sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche a Vò Euganeo, comprese quelle di natura religiosa, delle attività commerciali ad esclusione dei servizi essenziali, e delle attività lavorative per i lavoratori residenti anche al di fuori dell’area, delle attività ludiche (anche le feste di Carnevale) e sportive, delle scuole di ogni ordine e grado, anche per gli studenti che devono frequentare le scuole al di fuori del Comune; interdizione delle fermate dei mezzi pubblici e screening per tutta la popolazione. Sono le principali misure contenute nell’ordinanza per l’emergenza Coronavirus nel comune padovano, firmata dal governatore Luca Zaia e dal ministro della Salute Roberto Speranza. Questione di ore: dopo i due casi accertati di Coronavirus a Vo’ Euganeo, nelle prossime ore la Regione Veneto sottoporrà al test del tampone ben 4.200 persone: tutti i 3.300 abitanti del Comune padovano, più i 300 familiari e conoscenti dei due contagiati, e tutti i 600 operatori sanitari dell’ospedale di Schiavonia. Uno dei contagiati è infatti rimasto in ospedale alcuni giorni, quando ancora non si sospettava che la sua malattia fosse il Coronavirus “cinese”. Lo ha riferito Francesca Russo, direttrice del Dipartimento di Prevenzione della Regione Veneto: «Se gli operatori sanitari dovessero risultare negativi al tampone andranno a casa in isolamento fiduciario. Coloro che non vogliono andare a casa potranno essere sorvegliati in ospedale. L’ospedale è chiuso, e tutte le attività programmate sono state sospese. Le persone ricoverate torneranno a casa dopo aver fatto il tampone, che verrà fatto per tutti i reparti dell’ospedale; per i reparti che sono stati interessati, pronto soccorso, medicina interna, geriatria e rianimazione, il tampone verrà ripetuto». Avuta conferma del contagio il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, è andato a Padova, qui è prevista a breve una teleconferenza, da via degli Scrovegni, con il capo nazionale della Protezione Civile Angelo Borrelli.

Entrando negli uffici dell’Uls a Padova, Zaia ha precisato: «Non sono il classico caso sospetto, non erano persone che erano andate in Cina, probabilmente hanno avuto contatti in loco».  Zaia ha anche fatto sapere che «si sta valutando l’eventualità di creare una struttura dedicata ai contagiati perchè non sappiamo qual è l’entità del contagio».

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