Rischia di avere effetti incontrollabili la sentenza della Cassazione che con l’ordinanza n. 22531 del 27.09.2017 ha precisato che : la Tarsu ( attuale Tari) è dovuta in misura ridotta se c’è un’emergenza rifiuti. E’ possibile avere lo sconto sulla tassa rifiuti, quando il servizio è inefficiente e viola il regolamento comunale, determinando l’insalubrità dell’ambiente in quanto l’emergenza sanitaria
ed ambientale rende illegittima la pretesa di un pagamento integrale della tassa (ragione per cui si può riscuotere solo il 40% della stessa). Quindi, il contribuente che subisce un grave e protratto disservizio dalla mancata raccolta dell’immondizia può avere il diritto ad uno sconto del 40% sulla Tari ovvero sulla tassa per la gestione della spazzatura. Non poche saranno le conseguenze di questa sentenza della Cassazione, con conseguenti denunce e richieste dell’imposta locale sull’immondizia, sopratutto nei Comuni in cui esistono reali problemi nella raccolta dei rifiuti . In generale le tasse vanno pagate indipendentemente dalla qualità del servizio reso, tuttavia ci sono alcune eccezioni: -il cassonetto si trova lontano dalla propria abitazione; -ci sono disservizi nel servizio di raccolta della spazzatura: la cosiddetta emergenza rifiuti.
Infatti, il contribuente può godere di una riduzione avendo il diritto allo sconto della tassa rifiuti, Tari , che dal 2014 ha sostituito la Tarsu, Tia e Tares.
A stabilirlo è la legge istitutiva della nuova tassa rifiuti, che con i commi 655-656 della legge 147/2013 viene stabilito che:
“La Tari è dovuta nella misura massima del 20 per cento della tariffa, in caso di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, ovvero di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento, nonché di interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi che abbiano determinato una situazione riconosciuta dall’autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all’ambiente”. Si può chiedere la riduzione della Tari, presentando domanda al comune in cui si trova l’immobile. L’apposito modulo, che si può scaricare dal sito del Comune ,potrà essere presentata in qualsiasi momento a mano, con raccomandata o via PEC. Bisogna sapere , però , che la domanda deve essere motivata, quindi l’onere della prova graverà sul contribuente, il quale dovrà munirsi di una certificazione dell’Asl che dichiari e confermi lo stato di pericolo per la salute pubblica.
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