Fase 2, dalle mascherine ai guanti, gli errori da evitare

Non sappiamo ancora per quanto tempo dovremo convivere con le ormai note mascherine per limitare la trasmissione del Covid-19. Sappiamo però che in determinati contesti indossarle è obbligatorio. In alternativa alle mascherine chirurgiche, specie con la stagione estiva in arrivo, è possibile dotarsi anche delle cosiddette “mascherine di comunità” in tessuto, persino ricorrendo al fai…

Non sappiamo ancora per quanto tempo dovremo convivere con le ormai note mascherine per limitare la trasmissione del Covid-19. Sappiamo però che in determinati contesti indossarle è obbligatorio.

In alternativa alle mascherine chirurgiche, specie con la stagione estiva in arrivo, è possibile dotarsi anche delle cosiddette “mascherine di comunità” in tessuto, persino ricorrendo al fai da te.

Se decidiamo però di realizzarle in casa, è importante seguire precisi criteri oltre a utilizzare un tessuto idoneo. Inoltre, quali sono le mascherine più adatte per le persone più avanti con l’età? E poi, l’utilizzo dei guanti è sempre appropriato? Per fare chiarezza su un argomento così delicato abbiamo posto alcune domande al professor Antonio Mistretta, igienista del gruppo comunicazione scientifica dell’Istituto Superiore di Sanità.

Professor Mistretta, quali sono le mascherine più adatte alla popolazione anziana per proteggersi dalla trasmissione del virus Covid-19? Quali invece quelle da evitare?
Per le persone più mature, ma anche per la generalità della popolazione, le mascherine migliori sono quelle chirurgiche, che potremmo definire anche mascherine altruistiche. Sono altruistiche perché se tutti le portiamo, tutti siamo protetti. Questo non significa che rappresentano uno scudo magico con cui teniamo lontano dai noi il virus, perché la loro funzione è quella di proteggere gli altri da noi, dalle goccioline che emettiamo quando parliamo, tossiamo o starnutiamo, e non viceversa. Quindi, se tutti le indossiamo creiamo una protezione reciproca. In più, le mascherine chirurgiche sono molto protettive per chi soffre di allergie respiratorie. In tutti i casi sono da evitare le mascherine prodotte artigianalmente o fatte in casa in maniera inappropriata.

Nel caso delle mascherine di comunità, fai da te, quali sono gli errori da evitare?
Innanzitutto, chiariamo cosa si intende per mascherine di comunità. Sono le mascherine commerciali o le soluzioni fai da te prodotte in tessuto. A differenza delle mascherine chirurgiche, non sono dispositivi medici o di protezione individuale, ma solo una semplice misura igienica per limitare la diffusione del virus. Non sono sottoposte a certificazioni, però devono rispettare alcuni criteri. Il primo è che devono garantire un’adeguata barriera per naso e bocca, poi devono essere realizzate in multistrato, il materiale utilizzato non deve essere né tossico né allergizzante né infiammabile e non debbono rendere difficoltosa la respirazione. Inoltre, devono aderire perfettamente al viso, comprendo dal mento al naso, e garantire allo stesso tempo comfort. Pertanto, nel farle in casa un problema può essere l’abilità nel realizzarle.

Multistrato, quanti strati e con quali tessuti?
Gli strati debbono essere almeno due. Il tessuto migliore da utilizzare è il cotone. Sono invece da evitare le sciarpe o le bandane, seppur in cotone, utilizzate al posto delle mascherine di comunità perché anche se ripiegate più volte non offrono protezione.

Il tessuto in cotone deve essere nuovo o si può ricavare da una vecchia federa, un lenzuolo o un canovaccio? C’è poi chi dota le mascherine fai da te di una tasca interna dove inserire carta da forno, fazzoletti di carta o altro per aumentare l’effetto barriera: è giusto o sbagliato?
Il cotone deve essere a trama fitta e nuovo. È il genere di cotone che si utilizza per le lenzuola o per le camicie da uomo. Non deve essere un vecchio tessuto di cotone, già utilizzato, in quanto la trama può essersi rovinata. È possibile inserire un filtro sostituibile nella parte centrale della mascherina. La carta da forno però non filtra l’aria e non aderisce completamente al viso. Meglio un fazzoletto di carta.

Chi è asintomatico e utilizza una mascherina di comunità, può aumentare il rischio di trasmissione rispetto a una mascherina chirurgica?
La mascherina chirurgica rispetto a quella di comunità riduce maggiormente il rischio di trasmissione del virus. Ad ogni modo, non bisogna mai dimenticare che la mascherina, seppur di tipo chirurgico, rimane una misura complementare non in sostituzione delle altre misure preventive che rimangono primarie. Ad esempio, il distanziamento fisico è ancora più importante della mascherina, come pure l’igiene respiratoria (cioè tossire, starnutire in un fazzoletto monouso o nella piega del gomito) e l’igiene meticolosa delle mani. Oppure quello di evitare di toccarsi con le mani viso, naso, occhi e bocca. Quindi, a maggior ragione, se non sappiamo di avere il virus e non abbiamo la possibilità di indossare una mascherina chirurgica, la cosa migliore è quella di rispettare sempre tutte le misure preventive dette sopra.

Visto che le mascherine chirurgiche sono in materiale sintetico, con il caldo possono creare effetti collaterali spiacevoli? 
Il primo effetto è la riduzione di comfort. Con il caldo aumenta l’umidità relativa che si sviluppa all’interno della mascherina. Aumenta quindi il sudore e potrebbero sorgere problematiche a livello cutaneo, ma banali e risolvibili.

Le mascherine di comunità in tessuto, specie in estate, possono essere una valida alternativa alle chirurgiche? Quando le acquistiamo o le facciamo in casa, cosa dobbiamo sapere? 
La loro funzione è la medesima. Entrambe non vanno indossate con il convincimento di proteggere noi stessi dagli altri, ma di non essere noi a causare un problema per gli altri. La differenza tra le due è che quella chirurgica è più performante, perché deve rispettare determinati standard e quella di comunità lo è meno. Le mascherine di comunità, comunque, devono essere in multistrato e in cotone, dobbiamo avere la garanzia che possano essere lavate a 60 gradi e sapere quanti lavaggi sono consentiti per evitare che diminuisca la protezione offerta. È bene comunque evitare di affidarsi troppo al fai da te in un campo così delicato. Inoltre, bisogna controllare sempre che la mascherina aderisca completamente e sia confortevole. Meglio poi cucirla a macchina piuttosto che a mano.

Quali accorgimenti igienici occorre seguire per indossare o togliere la mascherina sia chirurgica che di comunità, e per quante ore al massimo si possono indossare?
Innanzitutto, bisogna toccare solo gli elastici o i legacci e non la parte interna. Poi posizionarla correttamente, facendo aderire il ferretto superiore, nel caso della chirurgica, al naso e portarla sotto al mento. Se, una volta indossata dobbiamo spostarla, utilizzare sempre gli elastici o i legacci. E se si tocca la mascherina, si deve sempre ripetere l’igiene delle mani. Per quanto riguarda i tempi per indossarle, sono gli stessi per entrambe: in media 4 ore.

È possibile sanificare e riutilizzare la mascherina chirurgica?
È bene chiarire che si tratta di un dispositivo rigorosamente monouso, tuttavia si può riutilizzare due/tre volte se il rischio è limitato, quindi mai in ambiente professionale o quando si è in contatto coi malati. Per farlo, naturalmente, bisogna seguire delle precise indicazioni in termini di igiene delle mani, manipolazione e disinfezione delle stesse. Basta lasciarla all’aria aperta, o utilizzare uno spray disinfettante alcolico e lasciarla poi all’aria.
Il discorso è diverso per le mascherine lavabili, che possono essere sottoposte a trattamenti diversi a seconda del materiale. Le mascherine in cotone, oltre ad essere lavabili in lavatrice ad alte temperature, possono essere stirate, magari usando anche la funzione vapore, assicurando un ulteriore livello di sanificazione.

Dopo averle indossate, dove è bene riporre le mascherine chirurgiche e di comunità? E come si smaltiscono?
Le mascherine vanno sempre conservate in un ambiente non contaminato o lontano da potenziali contaminanti; le indicazioni sono di riporle in una bustina (pulita!) di plastica fino a nuovo uso.
Vanno poi smaltite nella raccolta indifferenziata, possibilmente mettendole dentro un sacchetto a parte. Stessa cosa se utilizziamo dei guanti.

A proposito dei guanti, è utile indossarli?
Al contrario di quello che si pensa i guanti possono essere un veicolo di infezione. La vera misura è quella di lavare molto accuratamente e di frequente le mani. L’utilizzo dei guanti può dare il falso convincimento di essere protetto e fare gesti che non si debbono fare, come toccare gli occhi, la bocca o il naso. Senza guanti si hanno maggiori accortezze. È importante, invece, utilizzare i guanti in alcune circostanze. Ad esempio, all’interno degli esercizi commerciali, come al supermercato, oppure se si sale su un mezzo pubblico. In questi casi i guanti vanno indossati sul momento e tolti quando non son più necessari, avendo sempre cura indossandoli di non toccarsi naso, bocca e occhi. Inoltre, è importante sfilare i guanti al contrario, senza toccare l’esterno che è stato esposto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *