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Fratture immobilizate con il cartone all’Ospedale di Reggio Calabria

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“Le foto dei pazienti a cui nel pronto soccorso dell’ospedale di Reggio Calabria le fratture vengono steccate con le scatole di cartone dovrebbero fare arrossire di vergogna tutti coloro che, ad ogni livello, hanno la responsabilità di assicurare cure dignitose ai cittadini calabresi”. E’ quanto afferma il Dott. Ciro Guerriero presidente del movimento  Kest’è, che prosegue: “Non può esserci alcuna giustificazione ad una vicenda così grave, che ha reso agli occhi dell’intero Paese l’ospedale della più popolosa città calabrese molto simile agli ospedali da campo delle località del terzo mondo o degli scenari di guerra, dove è comprensibile che si sia costretti ad utilizzare strumenti di fortuna per prestare soccorso ad un ferito o ad un traumatizzato. Meno comprensibile è che un grande ospedale italiano dopo le 20 si trasformi in un girone dantesco, in cui i medici si trovano costretti ad immobilizzare fratture e lussazioni con nastro adesivo e cartone. Si tratta dello stesso reparto inaugurato meno di due anni fa in pompa magna dall’ex ministro della Salute. E’ incredibile che dopo la pubblicazione sulla stampa regionale e nazionale di quanto avviene a Reggio Calabria, non siano ancora arrivate le dimissioni dei vertici dell’azienda ospedaliera, e che la Regione si sia voltata dall’altra parte senza assumere i dovuti provvedimenti. Non ci interessa la colorazione politica, la salute è un diritto di tutti, ed ancora oggi non comprendiamo perché il governonon abbia ancora messo fine a questa esperienza. Ma la Regione, che governa nel concreto i presidi sanitari attraverso i direttori generali di propria nomina, non può nascondersi continuamente dietro il comodo alibi del Commissario, sottraendosi alle proprie responsabilità nella gestione degli ospedali. Comprendiamo le difficoltà che stanno incontrando le aziende sanitarie e ospedaliere nel reclutamento dei medici nei settori dell’ortopedia e nella traumatologia, ma ciò dovrebbe spingere ancor di più la Regione ad individuare gli strumenti idonei ad evitare il collasso dei reparti in cui si registra una carenza di personale. Soprattutto non è accettabile che un sistema sanitario che divora milioni di euro per gestioni non sempre oculate e trasparenti, cerchi di risparmiare non fornendo ai reparti gli strumenti e i presidi medico-sanitari necessari per assicurare una assistenza dignitosa ai pazienti”. “Su quanto avvenuto nel pronto soccorso di Reggio Calabria – conclude il Dott. Guerriero invieremo una interrogazione al ministro della Salute, certi che possa avviare immediatamente una attività ispettiva”.

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