“Maresciallo siamo con te, meno male che Tito c’è”, si legge nello striscione incriminato. La foto continua a circolare da qualche ore sui social network.
“Non vediamo e non vedremo le più alte cariche dello Stato condannare il gesto…”, scrivono nel post i militanti di MNS. “Non vediamo e non vedremo il Ministro dell’Interno precipitarsi sul posto e convocare il tavolo sulla sicurezza per il ‘pericolo comunista’. Non vediamo e non vedremo titoloni sui giornali nazionali che ci dicono come sia fondamentale per la tenuta democratica del paese il ricordo di quanto successo. L’unica cosa che vediamo e non vorremmo più vedere sono morti di serie A e morti di serie B”.
Ieri il presidente della Repubblica aveva cercato di sottolineare come “le stragi, le violenze, le sofferenze patite dagli esuli giuliani, istriani, fiumani e dalmati non possono essere dimenticate, sminuite o rimosse”. A quanto pare inutilmente. Perché se per Sergio Mattarella e per molti altri le foibe “fanno parte, a pieno titolo, della storia nazionale e ne rappresentano un capitolo incancellabile”, per alcuni non è ancora così. Loro preferiscono macchiare il giorno del Ricordo con uno striscione anonimo. Firmato solo da falce e martello. E abbiamo detto tutto.
GIORNO DEL RICORDO.
Onore e preghiere per le migliaia di italiani innocenti ammazzati dai comunisti slavi nelle FOIBE, per gli esuli giuliani, istriani, fiumani e dalmati cacciati dalle loro case.
Perché questa tragedia non si studia sui banchi di scuola?
Perché quasi tutte le tivù e i giornali non ne parlano?
Forse qualcuno a sinistra ha la coscienza sporca?
Mai più, nella nostra Terra, una tragedia così.
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