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Il capo della banda dell’uovo è il figlio di un consigliere del PD. Ancora più entusiasmante di quanto sarebbe stato se i lanciatori fossero stati immigrati. Se poi fosse un immigrato adottato dal consigliere Pd sarebbe il massimo, ma non esageriamo.
Quindi, ricapitolando. La ‘vittima’, Daisy Osakue è iscritta al Pd; l’uovo glielo ha lanciato un altro del PD. E poche ore dopo Renzi aveva già pronto il tweet:
Evidentemente il cadetto Dem non se l’è sentita di fare la parte del ‘picchiatore nazista’ e ha optato per l’uovo. Chissà.
La vicenda è un boomerang incredibile per il PD e tutto il sistema di disinformazione italiano.
Dalla Stampa in giù, passando per Repubblica, Corriere e anche i giornali di ‘destra’: ancora oggi continuavano a definire il lancio di un uovo come ‘aggressione’.
L’effetto più divertente di questo ‘al lupo, al lupo’ collettivo, è che la prossima volta, neanche un uovo di piombo sarà giudicato credibile. Consigliamo ai discoboli di girare col casco in testa.
Ps. C’è poi la particolare famiglia della ‘vittima’:
“L’informazione “ufficiale” ricordiamo ai lettori, ha occupato pagine di giornali e ore di telegiornali per denunciare l’emergenza Razzismo, alimentata da quel cattivone di Salvini. E invece… Grazie alle indagini dei Carabinieri, a cui vanno i miei complimenti, sono stati presi i cretini lanciatori di uova di Moncalieri, che erano mossi non da razzismo ma da semplice stupidita’”.
Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini, su Twitter e Facebook:
“Vi aggiungo un dettaglio che ancora non troverete in giro: pare che uno dei ‘lanciatori’ sia il figlio di un consigliere comunale del Pd”, sostiene il titolare del Viminale. “Avete capito bene. Scommettiamo che i tigì faranno fatica a dare la notizia? Per fortuna c’è la rete, e per fortuna gli italiani non sono scemi”
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