Il tempo degli zanniniani nella provincia di Caserta sembra essere definitivamente in scadenza. Con l’arresto dell’ex comandante della polizia municipale di Mondragone – figura di fiducia voluta in quel ruolo dallo stesso consigliere regionale Giovanni Zannini accanto all’ex sindaco Pacifico – prende sempre più corpo l’ipotesi di un collasso giudiziario di quello che per anni è stato il vero sistema di potere politico-territoriale del consigliere regionale sul territorio della provincia di Caserta.
Non è un mistero che i magistrati sognino di far fare a Giovanni Zannini la fine che fece, nel 2014, l’allora presidente del consiglio regionale Paolo Romano, arrestato alla vigilia della campagna elettorale per le regionali. Proprio come allora, anche oggi la magistratura accelera in un clima politico incandescente, a pochi mesi dalle prossime scadenze elettorali.
L’inchiesta che ha portato alle manette a Mondragone è solo l’ultimo tassello di una trama complessa e ormai decennale, con decine di amministratori e sindaci che negli anni hanno orbitato attorno all’asse costruito da Zannini. Trame che oggi sembrano emergere con tutta la loro forza giudiziaria: dalle prime avvisaglie a Sparanise, passando per Caserta – sciolta per infiltrazioni camorristiche con due assessori provenienti proprio dai Moderati zanniniani – fino a quest’ultimo clamoroso sviluppo che coinvolge uno degli uomini-chiave della filiera di comando zanniniana.
Il terremoto non sembra destinato a fermarsi qui. Secondo ambienti giudiziari, l’inchiesta potrebbe allargarsi ulteriormente, arrivando a coinvolgere altri protagonisti della galassia politica costruita negli anni dal consigliere regionale.
E mentre nei Comuni di Terra di Lavoro cresce la preoccupazione per eventuali nuove operazioni giudiziarie, una domanda inizia a serpeggiare con insistenza tra amministratori e osservatori: quanto potrà ancora reggere l’impero di Giovanni Zannini prima che cada sotto il peso delle sue stesse alleanze e contraddizioni?
Una domanda fondamentale a pochi giorni dalle elezioni provinciali che potrebbero segnare il rompete le righe indispensabile a mettersi in salvo prima che la barca affondi e che non ci siano più possibilità di recupero e riposizionamenti in vista delle elezioni regionali d’autunno.
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