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Il doping degli adolescenti nel mese degli esami.

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Li prendono così, tra una versione di latino e gli esercizi di algebra, come fossero innocue aspirine. Ben 150mila studenti tra i 15 e i 19 anni, il 6 per cento della popolazione scolarizzata, ha usato psicofarmaci senza la prescrizione medica negli ultimi 12 mesi.

Di questi, 80 mila sono definibili consumatori abituali. Prendono Xanax e Valium, antidepressivi e tranquillanti. Farmaci per l’attenzione, come il discusso Ritalin, lo stimolante a base di anfetamina. Pillole per la dieta, pillole per dormire. Un dato preoccupante che emerge da un’ultimo studio

La ricerca si è basata sulle risposte raccolte attraverso un questionario su un campione rappresentativo di 50mila alunni italiani.

La prima riflessione che fa chi quello studio l’ha condotto, ingaggiato dall’associazione CASERTAKestè riguarda proprio la costanza dell’abuso. “Mentre il consumo di droghe, alcol e tabacco sta diminuendo tra gli studenti di quell’età anche perché hanno meno soldi in tasca a causa della crisi  –  spiega  –  l’assunzione di psicofarmaci senza prescrizione medica rimane costante. Non diminuisce, anzi. L’uso di tranquillanti e pillole per dormire è in aumento, si è passati dal 4,5 per cento del 2007 (la percentuale è calcolata sul campione, ndr) al 5,4 per cento del 2011”.

I tranquillanti dunque sono gli psicofarmaci più diffusi tra gli studenti.

Seguiti però da quelli che promettono di migliorare la concentrazione e moderare l’iperattività, con una prevalenza nel campione del 2,8 per cento.

Sono medicinali discussi e discutibili, che non trovano l’approvazione dell’intera comunità degli psicoterapeuti. Comunque da assumere tassativamente dietro prescrizione e controllo del medico. “Invece i ragazzi li prendono con troppa leggerezza perché consigliati da qualche amico  –  racconta il dott. Guerriero  –  o anche perché qualcuno in famiglia già li ha. Li usano prima di compiti in classe, interrogazioni, esami. Insomma in periodi di studio intenso”.

Dati alla mano, si scopre che il primo “assaggio” si fa intorno ai 15 anni e sono soprattutto le ragazze ad attingere con più facilità al cassetto dei medicinali dei genitori. Ma sbaglia chi pensa che quella sia l’unica fonte di approvvigionamento.

Si possono comprare nel gran bazar di Internet. I ragazzi se li scambiano a scuola o a casa di amici. Il 3 per cento ha dichiarato di averli comprati da uno spacciatore insieme con altre sostanze, il 4 per cento li ha reperiti in discoteca o ai concerti.

“Non mi stupisce, purtroppo  –  commenta il dott. Guerriero,  il messaggio che è passato nella società è che tutti i disturbi, o presunti tali, possano essere curati con una pillola. Il male interiore sedato con un elemento esterno. È una visione sbagliata, così si alimentano le dipendenze. E alcuni psicofarmaci, come i tranquillanti, danno assuefazione”.

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