Grave lutto colpisce la Diocesi: il viceparroco Don Luigi Moretti, che per un periodo ha coadiuvato Mons. Andrea Monaco nella comunità facente capo alla parrocchia di S. Elpidio Vescovo, purtroppo è venuto a mancare in serata. Don Luigi, a Casapulla, era molto amato dai fedeli, specialmente dai giovani.
Lo stesso aveva istituto i Campi Estivi per ragazzi, che durante i periodi di vacanze scolastiche si radunavano nel piazzale prospiciente la parrocchia e le attigue sale.
Trasferito alla parrocchia di Sant’ Erasmo di Santa Maria C.V., ha continuato la realizzazione dei suoi progetti, anche a sue spese, proprio perché aveva a cuore i bisognosi.
A tal proposito aveva deciso di creare una comunità di accoglienza per famiglie povere, a Casalicchio, frazione di Castel di Sasso. Sfortunatamente non è riuscito a finalizzare il suo sogno, in quanto è stato colpito “dal male del secolo“ che gli ha spezzato la vita.
Una malattia che purtroppo non perdona, il cancro, che colpisce mille persone ogni giorno e sei pazienti su dieci riescono a sconfiggerla. Il professore Francesco Cognetti, Medico Chirurgo Specialista in Medicina Interna e Oncologia, afferma che “Manca però ancora una vera e propria cultura della prevenzione”. C’è il dato negativo, quello che ci dice che ogni giorno, in Italia, circa mille persone ricevono la diagnosi di tumore.
E poi c’è il dato positivo: ben sei pazienti su dieci oggi riescono a sconfiggere la malattia.
Attualmente, un milione e 900mila persone si possono considerare guarite: hanno cioè superato la soglia dei cinque anni dalla diagnosi senza ricadute. Nonostante questo, però, quasi la metà dei cittadini (il 46% per la precisione) considera ancora il tumore come incurabile. Dobbiamo constatare che in Italia manca una vera e propria cultura della prevenzione oncologica, sottolinea Cognetti: “Alcuni comportamenti scorretti sono infatti ancora troppo diffusi e interessano anche i giovani. Per esempio fuma regolarmente il 22% della popolazione e le donne con questo vizio sono aumentate di oltre 1 milione nell’ultimo anno. Anche l’adesione ai programmi di screening è insufficiente. La ricerca del sangue occulto nelle feci è in grado di individuare precocemente il tumore del colon-retto, il più diffuso tra gli italiani. Il 20% dei pazienti colpiti però presenta, al momento della diagnosi, la malattia già in stadio avanzato. Servono quindi più campagne informative per aumentare il livello di consapevolezza tra i cittadini su questo delicato tema”.
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