CASERTA – È stato ritrovato senza vita questa mattina ai piedi di una panchina in piazza Carlo III di Borbone, a pochi passi dalla stazione ferroviaria e dalla Reggia di Caserta. A perdere la vita è stato Pellegrino Compare, 62 anni, senza fissa dimora ma figura conosciuta e riconoscibile da tanti casertani che quotidianamente attraversano quella piazza. A luglio avrebbe compiuto 63 anni.
A fare la triste scoperta è stato l’avvocato Dario Abbate, amico e punto di riferimento per Compare, che da anni cercava di aiutarlo ad uscire da una condizione di fragilità segnata dall’alcolismo e dall’emarginazione.
Un volto familiare per la città
Pellegrino non era un anonimo tra i tanti volti della strada. Aveva un nome, una storia, e anche chi lo incrociava solo per un saluto lo ricordava per la sua gentilezza e i tratti pacati. Per un periodo aveva anche avuto un tetto, grazie proprio ad Abbate, che lo aveva accolto in uno dei suoi appartamenti e coinvolto nella cura dei suoi cani Labrador, cercando di offrirgli una nuova possibilità. Un gesto di fiducia e di dignità che racconta molto di entrambi: di chi ha teso la mano, e di chi ha provato a stringerla nonostante le cadute.
Purtroppo, il richiamo dell’alcol e le difficoltà mai superate avevano avuto la meglio, segnando negli ultimi mesi un lento ritorno alla solitudine.
Una morte silenziosa, una città che riflette
Le cause del decesso saranno chiarite dagli accertamenti delle autorità, ma tutto lascia pensare a un malore improvviso, forse accentuato dalle condizioni di salute compromesse e dalle notti passate all’addiaccio.
La morte di Pellegrino Compare scuote Caserta e riapre il tema delle tante fragilità urbane che spesso restano invisibili. Dietro ogni panchina occupata da un senzatetto, c’è una storia che raramente trova spazio nei titoli, ma che merita ascolto, memoria e rispetto.
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