Incongruenze per la maggior parte delle 93 scuole di Terra di Lavoro
Simultaneamente allo sfracelo della Provincia di Caserta, nasce l’ipotesi di uno sperpero di fondi pubblici per mano delle dirigenze scolastiche. La procura con una lente d’ingrandimento ad hoc, procede agli accertamenti , rendendo complice la prefettura sullo stato delle scuole di Terra di Lavoro « nell’esclusivo interesse dell’incolumità di studenti e dipendenti », tuttavia l’attività di indagine si sta avviando su vari binari convergenti.
La paura regna sovrana in questo territorio, fonte di nuovi sequestri per «imminente pericolo» e la spada di Damocle della chiusura di altre scuole a Caserta e provincia, è lo scenario giudiziario dentro il quale si muovono i pm, per ora alle prese con una serie di verifiche su circostanze che potrebbero portare a sorprendenti risvolti.
Incongruenze sono emerse per buona parte dei 93 istituti scolastici superiori in merito all’iter che avrebbe dovuto seguire la proroga dei certificati antincendio(in scadenza per la fine 2017) e sulle autorizzazioni antisismiche, in certi casi mai ottenute. Ma soprattutto le perizie ingegneristiche hanno già stabilito, per otto edifici, il pericolo concreto di crolli.
Chiusure, determinate non per ciò che si vuol far intendere, ovvero mancanza nelle «carte», ma per la situazione oggettiva e reale di diversi istituti, accertata dai tecnici.
Le scuole avrebbero dovuto godere periodicamente di una manutenzione che, evidentemente, non c’è stata, qualcuno ha fatto si, ma la ‘pittata’ sopra le lesioni., e gli inquienti non solo per il deficit dell’ente.
Ed ecco che sotto la lente si esaminano accuratamente i fondi Por e Pon, di provenienza europea, privi di destinazione univoca e quindi, rispetto ai quali i dirigenti hanno avuto un ampio ventaglio di possibilità di investimento, visto che sono oramai dotate di una certa autonomia gestionale e quindi incaricate, in certi casi, di individuare le priorità degli istituti. Sul tavolo del procuratore Maria Antonietta Troncone è questo uno dei filoni d’indagine nel fascicolo, che ha delegato agli accertamenti il Nucleo investigativo dei carabinieri di Caserta, coordinato dal tenente colonnello Nicola Mirante.
Bisogna accertare il modo in cui quei fondi sono stati spesi, quindi. E’ automatico che, accanto agli amministratori e ai funzionari della Provincia, nel mirino finisce, da questo momento, anche la gestione economica esercitata dai dirigenti.
Al momento, non ci sono indagati e l’ipotesi di reato formulata dai pm rimanda al solo articolo 677 del codice penale, vale a dire l’«omissione di lavori in edifici o le costruzioni che minacciano rovina».
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