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La domenica delle Salme

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La domenica delle salme
non si udirono fucilate
il gas esilarante
presidiava le strade
la domenica delle salme
si portò via tutti i pensieri
e le regine del ‘’tua culpa”
affollarono i parrucchieri

Inizia così questa domenica, riportando in auge versi in musica di Fabrizio De Andrè.

Nella domenica delle Palme, senza palme e senza stretta di mano, oltre a far virtualmente pace con noi stessi e con gli altri – almeno quelli che lo meritano siamo umani pur impastati di divino ricordiamo delle salme, quelle che abbiamo visto in settimane terribili diventate mesi terribili. Proprio stamattina, Quirico sulla Stampa scrive: È la seconda morte, quella nella solitudine, diventare estraneo ancor prima dell’ultimo respiro, sentire l’odore, vicinissimo, della fine e non poter spartire più nulla con chi ami. Padri nonni mariti vicini di casa si annullano in ambulanze frettolose, maneggiati da uomini irriconoscibili dietro maschere tute paludamenti anti-contagio.

Tante salme, specialmente al nord, andate via da questo mondo in fretta, senza il conforto di un vero ultimo saluto, a volte trasferite fuori regione. Tante salme, anche quelle non riconducibili al Coronavirus, costrette dalla normativa in atto a fare meno di messe e funerali. Le accomuniamo tutte nel pensiero e nella preghiera proprio oggi che ha inizio per i cristiani la settimana santa.

La domenica delle salme nessuno si fece male tutti a seguire il feretro del defunto ideale, la domenica delle salme si sentiva cantare quant’è bella giovinezza, non vogliamo più invecchiare

Scritta nel ’90, dopo la caduta del Muro di Berlino, “La domenica delle salme” è canzone amara, di protesta contro l’appiattimento del nuovo pensiero unico del Quarto Reich allora capitalista, oggi virologista, sempre qualunquista.

Ascolto la chitarra rincorrere la voce graffiante di Faber che canta di una “domenica delle salme / [che] si portò via tutti i pensieri / e le regine del ‘’tua culpa” / affollarono i parrucchieri” e penso alle cacciatrici smartphonicamente armate che ritraggono i runner, i passeggiatori di cani e bambini, i viandanti a lor dire immotivati.

 

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