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L’ascensore della Reggia, precluso ad una dipendente con certificato impedimento

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CASERTA – La scorsa settimana le segreterie sindacali casertane del comparto museale, CGIL, UIL, FLP, INTESA ed UNSA/SNABCA, con una aspra nota congiunta, nel sollecitare un incontro sindacale, hanno imputato apertamente agli uffici della Reggia l’adozione di atti amministrativi “…intrisi di evidenti abusi di ufficio” e la “…lesione dei diritti dei lavoratori…” anche con riferimento al diritto alla salute.

Viene segnalato il caso di un’impiegata che per anni, per una menomazione fisica, si è avvalsa dell’ascensore interno per portarsi in servizio agli appartamenti reali ed a cui inopinatamente giorni fa è stata preclusa questa possibilità. Peraltro il provvedimento che vieta l’impiego dell’ascensore sarebbe stato adottato, incomprensibilmente, da un funzionario non direttamente competente.

La vicenda avrebbe visto anche l’intervento delle forze dell’ordine, tuttavia senza esito, nonostante la dipendente in causa vanti una certificazione medica ufficiale del suo impedimento, documentazione che però verrebbe disconosciuta. Alla richiesta di chiarimenti, all’impiegata sembra siano state offerte solo motivazioni anodine e sottintese. A quanto pare l’area che tira alla Reggia non è delle migliori, se le cose sono giunte a questo punto. Proprio in questi giorni, per colmo, l’ascensore che viene negato alla dipendente la quale si assume fisicamente impedita, viene dato in uso al concessionario dei distributori automatici di bevande ed alimenti collocati ai vari piani della sede museale, per il rifornimento dei generi.

Come se non bastasse, è stata eccepita da più di un impiegato, con formali atti di rimostranza, la fondatezza di alcuni ordini di servizio, perché irrispettosi della privacy ed in quanto disporrebbero d’autorità il riposo festivo.

Per non farsi mancare nulla, un’altra dipendente, lo scorso luglio, avrebbe penato non poco per la concessione di alcuni giorni di congedo dal lavoro per gravissimi motivi famigliari. A quanto è dato di capire da questi fatti siamo ad un rigidismo compiacente di un nuovo corso nella gestione del personale, che nulla a che vedere, ci sembra, con un possibile ed ammissibile intento di introdurre più efficienza negli uffici.

Ora, anche questi profili concorrono a sollevare il velo della propaganda che orchestratamente è sceso sulla realtà della Reggia e a mostrarne la effettiva condizione, che è quella di un grave affanno.

Affanno sotto il profilo della mancanza di una valida politica culturale, che non si è trovato il tempo di imbastire in questi due ultimi anni e come dimostrano le vicende legate alla mostra Terrae Motus, immediatamente spendibile se ci si fosse messo un minimo di impegno credibile.

Affanno sotto il profilo della conservazione e della tutela del bene monumentale, come dimostrano i gravi ritardi e le inadempienze anche di quest’estate nella manutenzione del verde che hanno fatto scempio del parco reale, della condizione di grave usura dei pavimenti degli appartamenti storici senza che nulla venga fatto, della carenza di un’efficace vigilanza, con i visitatori che possono violare sistematicamente il regolamento per la visita del monumento, riuscendo a fare il bagno nelle fontane storiche, ad arrampicarsi sulla statuaria ed a prendere il sole in costume da mare alla peschiera grande. I mali di sempre, insomma, edulcorati da una sapiente mistificazione.

Oggi la Reggia ci sembra sempre più ridotta a cornice per riti di autocelebrazione e pensata per attrarre turisti purchessiano, in vista di record e primati insensati.

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