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Le autorità indagano sull’audio virale di whatsApp

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A poche ore di distanza,  dalla strage del mercatino di Berlino, tramite whatsApp in queste ore, gira un file audio con voce femminile, che annuncia un imminente attentato ad un noto Centro Commerciale, se è falso come ci auguriamo è  ancor più grave. L’audio che vi facciamo ascoltare, con la voce  femminile, probabilmente  di una ragazza, racconta un episodio, che sarebbe capitato al Centro Commerciale Campania.

Non l’avremmo neanche degnato di attenzione, se la protagonista di questo audio si fosse limitata a dire di aver sentito questa storia e di averla rimandata, come capita, per l’appunto, nelle catene di Sant’Antonio propriamente dette.

Ma nell’ascolto, un  particolare che  rende importante a questo punto  da parte delle autorità inquirenti, rintracciare questa ragazza o donna per farsi spiegare bene se questa storia, come noi riteniamo, sia totalmente inventata o se invece abbia un fondamento di verità. L’elemento particolare riguarda la citazione di un proprio congiunto. In poche parole, la ragazza dice che ad aver ascoltato dalla voce di non meglio precisato uomo di religione musulmana, che aveva perso il portafogli, poi ritrovato e restituito dal gruppo di ragazzi, di cui faceva parte il fratello dell’audio­dichiaratrice, la raccomandazione a non frequentare il centro commerciale in cui si trovava, cioè il Centro Commerciale Campania, ma anche in altri centri commerciali nelle giornate del 24, 25 e 26 dicembre in quanto, proprio in queste giornate sarebbe in programma un attentato. Ora, a quanto ci risulta, il 25 sarebbe da escludere visto che è l’unico giorno in cui i centri commerciali sono chiusi. Però questo abbiamo ascoltato e questo pubblichiamo per dovere di cronaca.  E lo facciamo solo e solamente, perchè la ragazza dell’audio fa riferimento a un episodio che le sarebbe stato raccontato da suo fratello.

L’invito che le possiamo formulare è il seguente: se si tratta di uno scherzo, di una storia inventata, lo dicesse pubblicamente in modo da non instillare paura nella gente. Se questa storia, invece, ha un fondamento di verità non la deve registrare in un audio digitale di whatsapp, ma deve immediatamente recarsi al più vicino commissariato di polizia o caserma dei carabinieri o della guardia di finanza esponendo i fatti, magari portando con sè suo fratello. Vogliamo ricordare al riguardo che il codice penale all’articolo 658 regola e disciplina il reato di procurato allarme presso le autorità, o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da dieci euro a cinquecentosedici euro….

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