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Lettera di una ricercatrice all’estero che vorrebbe ritornare a votare

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In molti mi avete scritto, altri mi hanno chiesto, prima di allontanarmi per questo lungo periodo, vi dedico questo mio pensiero.
Prendetelo per tale, e’ scritto con molta amarezza da una persona che ancora sogna.

Vi lascio un caro saluto, ci rivedremo spero in una Italia migliore

di Paola Dama, ricercatrice

Ho sempre ritenuto il periodo delle elezioni pessimo, dal punto di vista politico, sociale ed umano, sia da parte dei cittadini, sia da parte dei politici. La Nazione diventa un enorme mercatino rionale in cui ogni partito ha il suo banchetto con tanto di offerte al kilo. Mendicanti in cerca di voto per i familiari, amici, conoscenti che poi ricambieranno in qualche modo. (Almeno nelle promesse)

Le premesse a questa campagna elettorale, a mio avviso, sono già avvilenti. Siamo stati depauperati dei valori, delle tradizioni, della cultura, manchiamo di intelligenza, del buon senso, della dignità e lealtà. Ci siamo talmente imbarbariti che nemmeno gli addetti alla comunicazione tentano di elevarsi. Oramai pensano di poterci comprare con le briciole e la gente crede di riuscirsi anche a saziare. Tanta è la disperazione.

Ma la cosa che davvero rattrista, è la totale incapacità che hanno le persone di capire la presa per i fondelli, aggrappandosi e difendendo a spada tratta i loro presunti paladini. Oggi puntano al Nuovo, ma quel Nuovo di fatto non esiste. E’ già marcio. Non servono le evidenze, è la convinzione a valere sopra ogni altra cosa.

A me è bastato molto poco per indignarmi, avevo 20 anni, è bastato che il politico a cui diedi fiducia la tradisse e non ho più avuto la forza ed il piacere di andare a votare.
E sono passati davvero molti anni.

E non posso nemmeno dire che ho mancato di senso di partecipazione alla “Res Publica”, perché ho dato il mio valido contributo ad un Paese che mi tiene lontana 10mila km. (www.taskforcepandora.com)

Sogno ancora un grande Popolo ed una grande Nazione. Un popolo che vuole partecipare e riconoscersi nella propria Patria e non in una squadra di calcio.

Vivere all’estero ti conferisce maggiormente un senso di appartenenza e di orgoglio, specie quando gli altri raccontano ancora di una Italia meravigliosa. Arte, Moda, Musica, Monumenti, Paesaggi, Cibo. L’Italia è stata esportata e copiata ovunque. Quanta amarezza leggono nei miei occhi.

In Italia invece osannano mediocri rappresentanti dei peggiori sentimenti di frustrazione, incapacità e invidia.

Vorrei tanto tornare a votare, credere in un Partito che abbia a cuore la Magnificenza, la Gloria, l’Orgoglio. Un Partito severo, valoroso, che non usi slogan, che ci difenda, che porti soluzioni e non promesse, che rappresenti una classe di eccellenza che sia da esempio per i cittadini che vivono da troppo tempo la “sindrome della finestra rotta”. In un Paese in cui ci si chiede se essere persone perbene ne valga ancora la pena.
Io vivo con il sogno di far grande l Italia.

Forse non ci rimane altro che distruggere, solo allora potremmo finalmente ricostruire.

Viva la Patria, Viva l’Italia

Paola Dama, ricercatrice

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