“Mamadou Sy ci ha lasciati”. L’annuncio è stato dato dagli operatori dell’ex Canapificio di Caserta, centro sociale nato nel 1995 e recentemente sfrattato dalla sede.
Mamadou era l’anima del centro, “ponte” fra la cultura senegalese e italiana. Presidente dell’associazione dei Senegalesi di Caserta lascia un vuoto nella comunità di mediatori.
“Ha lottato fino alla fine – scrivono gli operatori del centro- se n’è andato salutando con gli occhi e stringendo le mani di compagni e familiari riuniti attorno a lui”.
Mamadou ha conosciuto il centro sociale e il Movimento dei Migranti e rifugiati di Caserta quasi vent’anni fa e ha condiviso sempre, ogni giorno da allora, la lotta per i diritti di migliaia di suoi connazionali. “Per questo, la sua morte oggi non è leggera come una piuma ma pesante come una grande montagna – scrivono ancora i volontari- lui è stato operatore del progetto di accoglienza Sprar della città di Caserta, è stato ponte tra culture e costruttore di pace, fino alla fine.
Oggi tutta la comunità perde un compagno instancabile, presente, coraggioso che ci ha insegnato a vivere senza pregiudizi e con grande umanità. In questi giorni stiamo progettando di realizzare nella Caserma Sacchi la Casa del Sociale: la nuova casa del centro sociale, dell’antirazzismo, della solidarietà, del dialogo interculturale, dei diritti. La casa che porterà il volto di Mamadou, le sue battaglie, la sua sensibilità, sempre con noi”.
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