NAPOLI – Quando si parla di criticità della giustizia si tende più diffusamente a parlare di rinvii e carenze di risorse focalizzandosi sulla durata dei processi. Per anni l’errore giudiziario è stato considerato un aspetto fisiologico del sistema, quasi un rischio da correre in nome della lotta all’illegalità.
Ma con il tempo i numeri sono cresciuti al punto che l’aspetto da fisiologico è diventato patologico. Gli errori giudiziari sono un vero male del nostro sistema giudiziario per rimediare al quale da tempo si discute di un intervento riformista, della necessità di una riforma organica che consenta di intervenire sul sistema nel suo insieme e non solo lavorare sulle urgenze.
Nell’1 per cento dei casi l’errore giudiziario riguarda persone ingiustamente condannate, in tutti gli altri si tratta di persone che finiscono in carcere e sotto accusa da innocenti.
Napoli detiene il triste primato ed è la città con il più alto numero di errori giudiziari accertati. Stando all’ultimo rapporto del Ministero della Giustizia sull’applicazione delle misure cautelari e sulle riparazioni per ingiusta detenzione, nel 2019 sono stati indennizzati 1000 casi di errori giudiziari con una spesa di circa 27 milioni di euro.
A Napoli si sono contati 129 casi in un anno, con indennizzi per oltre 3,2 milioni di euro. In media, più di 24mila euro ad errore.
Soldi che non bastano a risarcire veri e propri drammi umani, causati da indagini sbagliate, da piste investigative non sufficientemente approfondite, da arresti che non andavano disposti, da accuse che non hanno trovato conferme.
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