Ornella Mariani:”Ne ho abbastanza”

FB mi ha consentito di conoscere Persone con le quali la relazione virtuale si è trasformata in solido rapporto umano, ma ha anche messo a dura prova la mia pazienza: non sono la versione femminile del Patriarca idumeo e, pertanto: Ne ho abbastanza. Ho accettato negli anni l’amicizia di Chi l’abbia chiesta; ho ascoltato con…

FB mi ha consentito di conoscere Persone con le quali la relazione virtuale si è trasformata in solido rapporto umano, ma ha anche messo a dura prova la mia pazienza: non sono la versione femminile del Patriarca idumeo e, pertanto:

Ne ho abbastanza.

Ho accettato negli anni l’amicizia di Chi l’abbia chiesta;

ho ascoltato con disponibilità Chiunque e per qualsiasi ragione mi abbia raggiunto sulle utenze private;

ho partecipato con ogni possibile solidarietà ai lutti che hanno straziato le Regioni del Nord;

ho tollerato “correzioni” e rilievi inopportunamente rivoltimi da Chi pretende di insegnarmi quello che Egli stesso ignora;

ho sempre opposto distacco alle polemiche, cercando di trarne motivo di riflessione.
La più amara di esse risiede nella assai remota possibilità che questo Paese esca dal tunnel imboccato, a causa della assoluta ed indecorosa mancanza di coesione identitaria.

Il problema sta nelle idiozie antiNord e antiSud che si leggono continuamente e che hanno raggiunto picchi psicotici ed isterici inaccettabili e deprimenti: il linguaggio è scaduto in livelli di volgarità distanti dalla vivacità che anima il confronto.

Imbecille Chi scriva.

Altrettanto Chi replichi.

Tuttavia, pur respingendo provocazioni insulse e, nella più parte dei casi, supportate dalla abissale ignoranza di Tuttologi a tempo pieno, per una volta interverrò a sostegno del Sud parassita; del Sud arretrato; del Sud Ladro; del Sud tanto abietto da aver tifato “per l’acqua alta” e da aver osannato quel Covid 19 che, a mio modesto avviso, avrebbe dovuto unire e non dividere.

Muovo dalla incommentabile contrapposizione fra il buzzurro De Luca e lo zotico Salvini e dal commento arrivato sulla mia pagina e rivolto a Terzi a me ignoti: “Coglione campano pensa al fallimento dei tuoi ospedali e alla loro inadeguatezza. Quando parli del nord che ti mantiene, inginocchiati buffone…”

All’Amico firmatario di questo messaggio, rispondo da Cittadina campana che non abbiamo motivo di inginocchiarci; che i nostri pur fatiscenti Ospedali hanno retto grazie ad Eccellenze mondialmente reputate, come Paolo Ascierto; che ci manteniamo da soli, vivendo di Stato come Tutti e di sostegno statale come Tutti e di assistenza statale come Tutti, poiché siamo stati e siamo Servi degli stessi Padroni: da Scalfaro a Napolitano; siamo stati e siamo Vittime degli stessi Corrotti: da Bossi a Cesaro; siamo stati e siamo Prigionieri delle stesse Mafie: dal Brenta a Villa Literno; siamo stati e siamo, in definitiva, Ostaggio degli stessi Delinquenti.

Siamo il Sud piemontizzato nei suoi peggiori aspetti e condividiamo denominatori comuni che rendono improbabili e temerarie le distinzioni!.

Sicché, se proprio si vuol continuare a fare le pulci al Sud; a irridere “la Napoli/Portici” come una circostanza ininfluente e superata; a tacere sulle discriminazioni dei non lontani anni ’60, quando nelle prospere aree del Settentrione lombardo/piemontese avanzate sulle braccia dei “cafoni” del Mezzogiorno si esibivano slogans e cartelli razzisti oggi non riservati neppure al ciarpame clandestino, è il caso di richiamare alla memoria il Maresciallo pugliese Achille Catalani: pestato a morte al grido di “Sei un Terrone”, solo nel 1989 e nel civile e profondo Nord.

La Famiglia della Vittima, che non ebbi mai il piacere di conoscere, raccolta nella composta dignità del dolore mi onorò dell’incarico di rendere pubblica la notizia di quel decesso e vogliate credermi: da Italiana, prima che da Meridionale, quella è una ferita in me mai rimarginata.

Se, pertanto, esprimo ogni censura nei confronti di chi inneggi al Covid e ad amenità di così basso profilo, ammetto la sopravvivenza sofferente in ciascuno di Noi dell’umiliazione di quando si gridava “Forza Etna” o “Vesuvio pensaci tu” o “Benvenuti in Italia” e “Fittasi, NO Meridionali”.

Vi piaccia o meno, lo ripeto: prima di essere Italiana, io sono Una di quei Meridionali.
Il che vuol dire:

ho sedimentato; ho superato; ho cercato di farmi una ragione del ricorrente stato gravitico della madre dei Cretini, ma non ho dimenticato.

Il che vuol dire: ne ho abbastanza.

In particolare in un momento in cui, battendomi assieme a Tanti di Voi e fiancheggiando le iniziative di Augusto Sinagra per l’affermazione del patrimonio sovranista, davvero non arriva alla mia capacità di comprensione la coniugazione dei più ottusi e protervi localismi con i conclamati orgoglio etnico e amore per la propria terra; per le proprie origini; per la propria identità e per la propria Fede.

Ne ho abbastanza, al punto da non replicare con un “Imparate la Storia”, ma al punto da esigere di essere disamicata da Chi è incapace di rispettare l’Altro da sé.

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