Rimossa l’innocua scritta che esalta un poeta

La rimozione della scritta di marmo da CasaPound? “Un atto di barbarie”, e il sindaco Virginia Raggi è “una zucca vuota”. Non ha dubbi Vittorio Sgarbi che, appresa la notizia ha voluto spendere due parole in sostegno alle tartarughe frecciate e condannando l’iconoclastia del primo cittadino della Capitale. “E’ un atto di pura barbarie quello perpetrato dalla depensante Virginia Raggi”, si legge in…

La rimozione della scritta di marmo da CasaPound? “Un atto di barbarie”, e il sindaco Virginia Raggi è “una zucca vuota”. Non ha dubbi Vittorio Sgarbi che, appresa la notizia ha voluto spendere due parole in sostegno alle tartarughe frecciate e condannando l’iconoclastia del primo cittadino della Capitale. “E’ un atto di pura barbarie quello perpetrato dalla depensante Virginia Raggi”, si legge in un comunicato “che, per ‘riportare legalità a Roma’ pratica l’iconoclastia, in puro stile hitleriano, cancellando, come minacciava la Boldrini, non il nome del Duce”, riferendosi all’obelisco del Foro Italico “ma il nome di un grande poeta, Pound, che ha pagato per le sue idee, e che rappresenta un pensiero, un’identità, oggi scevre di ogni significato politico, al cui confronto il pensiero di Grillo, della sindaca di Roma e dell’immondizia dei 5 stelle, è come la merda rispetto all’oro”.

Guerriero: ”L’ex colonia Vittorio Emanuele III di Ostiaresta occupata, M5S e Pd fanno melina. Negli anni tanti sono stati i blitz delle forze dell’ordine che hanno portato alla luce come, tra le famiglie occupanti, si nascondono anche pusher come hanno confermato i controlli di Carabinieri e Polizia Locale. La sindaca si è precipitata appena in via Napoleone III per rivendicare la presunta vittoria politica. Nessuno ha invece mai visto il primo cittadino della Capitale fuori da un’occupazione rossa, nemmeno quelle all’interno degli stabili di proprietà del Comune di Roma, come la colonia Vittorio Emanuele di Ostia alla quale il Comune di Roma paga anche le utenze. “

La scritta è stata rimossa intorno alle 18. La volontà era quella di anticipare le mosse di Virginia Raggi, che con buona probabilità aveva organizzato la rimozione della scritta – con gran dispiegamento di forze – per la giornata di domani. Tra gli attivisti presenti durante la rimozione anche Andrea Antonini, vicepresidente di CasaPound, che ha spiegato come la rimozione volontaria sia stato un modo per non cadere nella “trappola” organizzata dal sindaco di Roma che, “con la scusa della rimozione, cercava con buona probabilità un casus belli per poter poi fare pressione per lo sgombero dello stabile”.

Destinata all’oblio

Un’immondizia che, profetizza il critico, non è destinata a durare e il cui nome verrà presto relegato all’oblio: “A una zucca vuota come Virginia Raggi la parola ‘poesia’ fa paura. Ma lei e i suoi simili pagheranno tutto, destinati come sono a scomparire, a tornare dal nulla di cui provengono”. E poi conclude con l’esortazione a rimontare la scritta, cosa che le tartarughe hanno promesso faranno. non appena la Raggi finirà il proprio mandato: “Di più, esorto gli amici di CasaPound a rimontare, in nome della libertà di pensiero che la Costituzione garantisce, l’innocua scritta che esalta un poeta, anche solo con un adesivo nero, sulla traccia dello scritta abrasa da questi pornografi della politica. Che siano maldetti. Perché il nome della Raggi sparisca non ci sarà bisogno di cancellarlo

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