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Suciu (M5S): Con il crescere della povertà materiale cresce anche la cosiddetta povertà educativa

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CASERTA –  “Povertà educativa” rinvia a un concetto introdotto per la prima volta in Italia da Save ; rappresenta un fenomeno multidimensionale prodotto dal contesto economico, familiare e sociale in cui si trovano i minori, precisamente “la privazione da parte dei bambini, delle bambine e degli/delle adolescenti della possibilità di apprendere, sperimentare sviluppare e far fiorire liberamente capacità talenti e aspirazioni” . La povertà educativa tende a definire una discriminazione nell’accesso a opportunità educative in senso lato: opportunità di crescita e di sviluppo culturale, fisico, individuale e umano, dallo sport, alla scuola e al gioco. Ben si comprende che le carenze educative nell’età dell’infanzia si riverberano sull’età adulta. Il minore sarà deprivato dei mezzi culturali e delle reti sociali necessarie per il suo sviluppo con evidenti svantaggi anche in termini di opportunità occupazionali e, dunque, di mobilità sociale. La povertà educativa è legata alle condizioni economiche ma anche ai contesti sociali di sviluppo del minore: contesti sociali svantaggiati, dunque, caratterizzati spesso da disagio familiare, precarietà occupazionale, deprivazione materiale e assenza di reti di supporto, con rilevanti effetti sulla dimensione emotiva, della socialità e della capacità di relazionarsi con il mondo del minore. Le carenze subite dal minore si riflettono sulla crescita e sullo sviluppo dell’intera società. La povertà educativa genera una spirale di svantaggi nel medio-lungo periodo e un effetto di disuguaglianza che ha vocazione a riprodursi nelle generazioni successive. Essa si manifesta con particolare intensità nelle periferie, urbane e rurali, nel Nord e nel Sud. Il minore divenuto adulto sarà deprivato dei mezzi culturali e delle reti sociali necessarie per il suo sviluppo con evidenti svantaggi anche in termini di opportunità occupazionali e, dunque, di mobilità sociale, e conseguente conferma di esclusione sociale. Il fenomeno incide sui diritti del minore alla realizzazione e alla gratificazione personale ma anche sul suo diritto al pieno sviluppo della persona. Vi è, come si è detto nell’introduzione, un contrasto evidente anche con il principio fondamentale del nostro ordinamento dell’articolo 3 della Costituzione Italiana. Secondo il , in Italia un minore su 7 abbandona prematuramente gli studi, quasi la metà dei bambini e adolescenti non ha mai letto un libro e quasi un bambino su 4 non fa sport rappresentando circa il 16% dei minori. Un ragazzi su 4 che vive in condizioni di scarsità materiale pensa di non riuscire a finire la scuola per necessità di lavoro e che anche se lavorerà non riuscirà ad avere sufficienti risorse economiche, mentre il 43,6% dei ragazzi vorrebbe andare all’università ma non è certo di poterselo permettere. Alte percentuali riguardano anche i minori che non possono acquistare libri e materiale scolastico o partecipare a gite scolastiche, come ; oltre agli elevati dati di mancate opportunità di visite di musei, teatri o siti archeologici. Il 30,2% delle famiglie con un figlio minore, il 29,9% con due bambini e il 45,7% delle famiglie con almeno 3 figli non possono permettersi vacanze fuori da casa cosicché i minori coinvolti subiscono una importante limitazione del relativo diritto al gioco e al tempo libero. Anche i dati riguardanti lo sport non rassicurano, in quanto in Italia un minorenne su 3 (31,5%) che proviene da famiglie con scarse risorse o insufficienti risorse economiche non pratica attività sportiva, e tra gli adolescenti 15-16 anni, il 16,2% rinuncia a fare sport perché troppo costoso. Le politiche di contrasto alla p. e. implementate finora non sembrano sufficienti. Resta isolata l’iniziativa del 2016 di un per il contrasto della povertà educativa, ed esteso con ulteriori 50 milioni fino al 2024. Riguardo lo stesso Fondo, gli oltre 800 milioni di euro raccolti e i numerosi risultati concreti ottenuti in questi anni non sono stati ritenuti comunque sufficienti dall’attuale Governo per una sua conferma, in quanto tra i tagli previsti dalla Legge Finanziaria approvata negli ultimi giorni del 2024 c’è stato quello al Fondo stesso. Infatti il europeo non ha previsto alcuna proroga al richiesta carta aiuto , mettendo dunque a rischio anche l’attuazione di centinaia di progetti per contrastare la povertà educativa già previsti. Inoltre, occorrerà valutare anche le conseguenze che scaturiranno dall’abolizione, nel gennaio 2024, della misura del Reddito di cittadinanza. In positivo, invece, occorrerà valutare in futuro anche l’incidenza degli effetti degli investimenti per la lotta alla povertà educativa – con sostegno a 20mila minori – contenuto nel Rapporto della Commissione europea sul PNRR. Ad ogni modo, anche secondo di ricerca di Save the Children, occorrerà integrare i fondi del PNRR con altri fondi per gli interventi nei territori più svantaggiati In questo scenario definito più volte dalla Corte europea per i diritti dell’uomo, “inumano e degradante” l’Italia si segnala per un altro aspetto di inciviltà: la reclusione di bambini e bambine all’interno di strutture detentive insieme alle loro mamme detenute. Sono 19 in questo momento i piccoli rinchiusi, innocenti, insieme alle loro madri condannate: e testimonianze, tra cui la presentazione della bellaIn questo scenario definito più volte dalla Corte europea per i diritti dell’uomo, “inumano e degradante” l’Italia si segnala per un altro aspetto di inciviltà: la reclusione di bambini e bambine all’interno di strutture detentive insieme alle loro mamme detenute. Sono 19 in questo momento i piccoli rinchiusi, innocenti, insieme alle loro madri condannate: «ma fosse anche uno solo, costretto a conoscere il mondo e a trascorrere la sua infanzia dietro le sbarre, quella che sto per raccontarvi sarebbe comunque una battaglia di civiltà», scrive Maria Suciu nell’introduzione al Senza colpe, bambini in carcere , 10 euro), che include diversi contributi e testimonianze, tra cui la presentazione della bella

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