Tenta la strage di scolaresca per vendicare la morte in mare di migranti

Un’ora e mezza di terrore. Tutto è iniziato a Crema nella tarda mattinata di mercoledì 20 marzo. Doveva trasferirli dalla palestra alla scuola media Vailati dopo l’ora di ginnastica, ha invece imboccato la Paullese in direzione di San Donato Milanese. E qui l’autista del bus delle Autoguidovie, Ousseynou Sy, un cremasco di origine senegalese, è stato arrestato…

Un’ora e mezza di terrore. Tutto è iniziato a Crema nella tarda mattinata di mercoledì 20 marzo. Doveva trasferirli dalla palestra alla scuola media Vailati dopo l’ora di ginnastica, ha invece imboccato la Paullese in direzione di San Donato Milanese. E qui l’autista del bus delle Autoguidovie, Ousseynou Sy, un cremasco di origine senegalese, è stato arrestato dopo aver liberato i 51 studenti a bordo del mezzo, al quale ha dato fuoco prima di essere ammanettato.

Si chiama Rahmi il tredicenne che «per primo» ha chiamato i soccorsi dal mezzo:  «Era lucido ed è stato furbo», racconta un suo compagno. «Ci diceva, state calmi la polizia sta arrivando».

Agghiaccianti i commenti degli studenti: «Ci ha preso i telefoni, ma un compagno è riuscito a tenerlo. Eravamo ammanettati con le fascette da elettricista.

Ci diceva che non sarebbe successo niente, poi però minacciava di versare la benzina», ha detto uscendo dalla palestra dell’Istituto Margherita Hack una delle ragazzine sequestrate.

Ousseynou Sy, il dirottatore, «lo conoscevamo» ha spiegato uno degli insegnanti che era a bordo del pullman con i ragazzi. Non era la prima volta che svolgeva il servizio di autista con a bordo gli studenti. Voleva arrivare sulla pista di Linate» ha aggiunto, spiegando che «diceva frasi contro il governo per le politiche sui migranti».

Risulterebbe qualche precedente a suo carico, nel 2007 e nel 2011, per guida in stato di ebbrezza e violenza sessuale. «Voglio farla finita, vanno fermate le morti nel Mediterraneo».

Dopo la telefonata di un alunno al 112, l’autobus sequestrato da Ousseynou Sy è stato intercettato da tre pattuglie dei Carabinieri ma non si è fermato e ha speronato una macchina colpendone poi altre due senza provocare feriti.

Sul posto in cui Ousseynou Sy ha dato fuoco al pullman con a bordo la scolaresca, senza causare feriti, sono arrivati il procuratore di Milano Francesco Greco e il comandante dei carabinieri, Luca De Marchis. «La cosa importante è la felice risoluzione di un evento, che poteva portare a un epilogo tragico, grazie al coraggio dei ragazzi che sono stati veramente bravi»: è quanto ha detto il comandante Luca De Marchis. Che ha spiegato che «l’uomo non era armato». Ma l’uomo è sceso dal pullman con in mano un accendino e ha dato poi fuoco al mezzo, mentre i carabinieri salvavano dalla parte posteriore i ragazzi dopo aver rotto i finestrini. «Importante è la conclusione felice di un evento che poteva portare a un epilogo tragico, importante è stato il coraggio dimostrato dai ragazzi».

L’uomo avrebbe detto: non si salverà nessuno. Il procuratore ha chiarito che del caso si sta occupando anche Alberto Nobili, capo del pool dell’antiterrorismo milanese. La procura di Milano che indaga sul caso di Ousseynou Sy sta verificando come l’uomo, con precedenti per violenza sessuale e guida in stato di ebbrezza, potesse fare l’autista di bus per ragazzini. Oltre alla strage e al sequestro di persona, a Sy è stata contestata l’aggravante della finalità terroristica perché ha creato panico. Sy teneva «due bambini accanto a sé in ostaggio con un accendino in mano», dice il pm. «Non ha inneggiato all’Islam».

«Un senegalese con cittadinanza italiana al volante di uno scuolabus, con precedenti per guida in stato di ebbrezza e violenza sessuale, ha dirottato il mezzo e infine gli ha dato fuoco. Voglio vederci chiaro: perché una persona con simili precedenti guidava un pullman per il trasporto di ragazzini?». Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

 «Desidero innanzitutto portare la mia vicinanza ai ragazzi rimasti vittime di una vicenda incredibile e gravissima» scrive Daniela Petrarche coordinatrice di Ckè giovani. «Nel ringraziare i carabinieri per l’intervento tempestivo che ha permesso di evitare una sciagura, mi chiedo come sia possibile – se le prime notizie verranno confermate – che una persona con precedenti per guida in stato di ebbrezza e violenza sessuale, fosse alla guida di quell’autobus», aggiunge.

«Ho appreso con sconcerto e sgomento la notizia del fatto avvenuto questa mattina sulla strada provinciale Paullese per ‘vendicare i morti in mare’. Questa brutta vicenda si è conclusa bene grazie al coraggio delle insegnanti, degli studenti stessi e all’operato immediato e professionale delle forze dell’ordine a cui va il ringraziamento di tutti. Resta  episodio  grave e inquietante: si è sfiorata la tragedia, per fortuna i soccorsi e le forze dell’ordine sono intervenute in maniera tempestiva e non ci sono state vittime. Ferma condanna, senza se e senza ma, verso un gesto ingiustificabile e inaccettabile: la giustizia faccia il suo corso, chi fa cose del genere deve stare in galera». Lo dichiara Ciro Guerriero , presidente di Caserta Kest’è.

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