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Test di ingresso a Medicina falsata da numerosi errori e irregolarità.

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CASERTA – L’ipotesi è che qualcuno abbia ‘venduto’ i risultati del test per l’accesso alla facoltà di medicina ai figli di due esponenti delle forze dell’ordine: per questo la Procura di Napoli ha aperto una inchiesta. Quattro gli indagati, accusati di corruzione: un’assistente bibliotecaria che il 5 settembre scorso, giorno dei test, faceva parte della squadra di 300 impiegati con compiti di vigilanza; il marito, ex dipendete dell’Università e i due appartenenti alle forze dell’ordine.
Sarebbe iniziato tutto da una intercettazione telefonica, da lì su disposizione del pm Ida Frongillo la mattina del 5, tra gli oltre 4mila studenti sarebbero scattate anche le perquisizioni. Quelle sugli indagati hanno dato esito negativo; saranno esaminate le memorie di computer e cellulari. In un solo caso, tra i candidati, è stato rinvenuto un algoritmo sul quale sono in corso accertamenti per verificare la compatibilità con la risoluzione del quiz.

Volete sapere quali sono  le irregolarità più segnalate dai candidati nel corso dei test di Medicina 2017? Le ha raccolte Consulcesi che le ha anche trasformate in una efficace e chiara infografica. Tra le denunce più frequenti risultano quelle di seguito, e qui trovate gli atenei in cui sono state registrate più irregolarità.

  • problemi relativi alla scheda anagrafica (19% dei casi)
  • non rispetto delle tempistiche (15%)
  • mancati controlli (13%)
  • utilizzo di smartphone (10%)

«Al termine dello svolgimento del test, – segnala Marco B., aspirante medico di Roma – i presidenti hanno ritirato le penne a tutti, lasciando però ad ognuno di noi il foglio con le risposte sul banco per un’ulteriore abbondante mezz’ora. In questo modo, chi aveva una penna in tasca ha potuto continuare indisturbato a segnare e correggere le risposte, consultandosi con gli altri». «I commissari si sono limitati a trascrivere il numero del documento d’identità – denuncia un altro studente – senza procedere al controllo della foto per verificare l’identità del candidato». «Il responsabile della mia aula ha deciso di far partire il tempo a nostra disposizione e solo dopo di leggere le istruzioni fornite dal Miur. Così facendo – sottolinea Marta C., che ha sostenuto il test a Bologna – io mi sono trovata con una decina di minuti in meno».

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