CASERTA – Il trasferimento del Tribunale di Caserta, dalla sede di via Graefer a Santa Maria Capua Vetere, avrà conseguenze drammatiche sul versante giudiziario. Lo dichiara l’avv. Alberto Martucci , presidente dell’ Associazione Avvocati di Caserta, il quale lancia un grido di allarme: “Più passa il tempo e più le difficoltà aumentano impedendo un sereno esercizio della professione ed una normale attività lavorativa di cancellieri, segretari, Giudici e personale amministrativo.
Da oltre cinque anni si conosceva la “scadenza” della sede di Caserta e puntualmente ci si è fatti trovare impreparati. L’Associazione Avvocati in Caserta esprime il proprio sdegno per le nuove difficoltà imposte dalla chiusura della sede giudiziaria di Caserta e per l’affannoso trasferimento nelle sedi incapienti”.
NELLA NOSTRA PROVINCIA UNA GIUSTIZIA CHE ZOPPICA Ed continua l’avv. Martucci :”La separazione tra cancellerie (per le quali si ipotizza l’addossamento congiunto in un’aula del condominio di via Sant’Agata) e la sede di svolgimento delle udienze (relegate alla periferia del complesso “Grattapulci”) determinerà non poche criticità per il quotidiano andirivieni dei fascicoli e per la impossibilità di consultare gli stessi da parte di tutti gli operatori.
A ciò si aggiunga il pericolo di smarrimento degli atti. A ciò si aggiunga la prevedibile sospensione del processo telematico e la necessità del ritorno al sistema cartaceo.
A ciò si aggiunga l’ipotizzata sospensione delle udienze del Giudice di Pace per consentire la celebrazione di quelle del Tribunale, con conseguente contrazione delle funzioni giudiziarie.
A ciò si aggiunga la difficoltà logistica di un’area (Grattapulci) sprovvista di aree di parcheggio e di strutture accessorie (cartolerie, librerie, uffici postali e bancari complementari, punti di ristoro e via dicendo). Insomma una Giustizia nella nostra Provincia che zoppica sempre di più e che avrebbe bisogno di risorse più adeguate e di una seria programmazione per consentire un concreto esercizio delle funzioni di tutti gli operatori e soprattutto della classe forense la quale resta il primo baluardo per la tutela dei diritti dei cittadini. “
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