Una tragedia che interroga la nostra umanita’

di Anna De Luca

In un momento in cui il mondo sembra piegarsi sotto il peso del dolore, noi pedagogisti siamo chiamati a far sentire la nostra voce. La tragedia di Gaza non è solo un fatto lontano, ma un colpo al cuore dell’umanità. Ogni giorno, assistiamo a vite spezzate, a sogni distrutti, a famiglie che perdono tutto. Come possiamo rimanere in silenzio di fronte a tale ingiustizia?
L’educazione deve essere un atto d’amore profondo. Non possiamo semplicemente trasmettere informazioni; dobbiamo nutrire cuori e menti, insegnare empatia e compassione. La pedagogia deve diventare un faro di speranza, un richiamo all’umanità, un invito a lottare contro la violenza e l’oppressione.
Maria Montessori ci ha insegnato che la vera educazione è quella che promuove la solidarietà, non la competizione. Oggi più che mai, dobbiamo impegnarci a instillare nei nostri ragazzi valori di rispetto e giustizia, affinché possano diventare portatori di pace in un mondo che ne ha così tanto bisogno.
Il nostro lavoro non si limita a un’aula; si estende a ogni angolo della vita. È tempo di unirci, di stringere le mani e lottare per un futuro in cui ogni vita sia valorizzata. La diversità non è una minaccia, ma una ricchezza. Non possiamo permettere che la guerra continui a essere una risposta.
Come educatori, abbiamo il potere di accendere speranza e cambiamento. Non possiamo rimanere in silenzio mentre il dolore ci circonda. È il momento di alzare la voce, di far brillare i nostri cuori e di lavorare instancabilmente per un mondo più giusto e umano. La nostra lotta per la pace inizia ora, e ogni piccolo gesto conta. Non possiamo permettere che l’umanità venga dimenticata.