L’inchiesta condotta dalla procura di Santa Maria Capua Vetere, che ha avuto come protagonista la Guardia di Finanza di Caserta, ha portato alla luce un’importante truffa fiscale legata all’evasione dell’IVA, perpetrata da un gruppo di imprenditori, tra cui spicca Vincenzo Salzillo, titolare della Penta Petroli, che gestisce i distributori EWA. L’inchiesta ha rivelato una frode fiscale che ha portato a un’evasione di circa 113 milioni di euro, connessa alla vendita di 600 milioni di litri di carburante senza il pagamento dell’IVA.
Secondo l’accusa, Salzillo e altri imprenditori avrebbero messo in atto un sistema fraudolento, creando società fittizie dichiarate come “esportatori abituali”, per evitare il pagamento dell’imposta sul valore aggiunto. Le indagini hanno portato al sequestro di beni per un totale di oltre 112 milioni di euro, tra cui le quote societarie delle imprese coinvolte, tra cui la Penta Petroli di Salzillo, con un sequestro di circa 20 milioni di euro, e altre società come la Califano Service, la Vito Service, la Pa.gi. Carburanti e la Carbuarena.
Nonostante il valore delle somme sequestrate non fosse effettivamente presente nelle società, i finanzieri sono riusciti a procedere al sequestro delle quote societarie e dei conti correnti dei titolari, per cercare di recuperare parte dell’importo evaso. È importante notare che, nonostante la truffa fiscale, le pompe di benzina coinvolte nell’inchiesta sono rimaste operative e non sono state riscontrate irregolarità nella qualità del carburante venduto.
Questo caso evidenzia l’importante lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura nel contrasto alle frodi fiscali e nell’assicurare che le imprese rispettino gli obblighi tributari, tutelando così le finanze dello Stato.
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