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Violenze della polizia penitenziaria sui detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, 52 misure cautelari

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CASERTA -Lunedì i carabinieri di Caserta hanno eseguito 52 misure cautelari nei confronti di agenti della polizia penitenziaria, accusati di violenze nei confronti dei detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta.

 Sono finiti in carcere l’ispettore coordinatore del reparto Nilo Salvatore Mezzarano, insieme con gli agenti Oreste SalernoPasquale De FilippoMichele VinciguerraAngelo Bruno, Felice Savastano ed Antonio De Domenico. Disposti i domiciliari per 18 persone: Pasquale Colucci, comandante del Nucleo Operativo di Traduzioni e Piantonamenti di Napoli Secondigliano, comandante del gruppo di “Supporto agli interventi”; dell’ex comandante della penitenziaria di Santa Maria Capua Vetere Gaetano Manganelli; della commissaria capo responsabile del Reparto Nilo Anna Rita Costanzo, e ancora Salvatore Piccolo (classe ’64), Giuseppe ConfortiAlessandro BiondiAngelo IadiciccoVincenzo LombardiFrancesco VitaleGabriele PancaroFabio AscioneRosario MerolaRaffaele Piccolo (classe ’73), Andrea PascarellaGiuliano ZulloGiacomo GolluccioClaudio De Siero Mauro Clemente Candiello. Infine il gip ha disposto l’obbligo di dimora per tre ispettori della penitenziaria in servizio a Santa Maria Capua Vetere e 23 misure interdittive della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio, tra cui quella disposta a carico del provveditore regionale Antonio Fullone.

Tra gli indagati a piede libero figurano anche due medici dell’Asl di Caserta. Secondo l’impianto accusatorio avrebbero falsamente attribuito l’origine delle lesioni subite dai detenuti ad una ‘carica di contenimento’ inoltre avrebbero attestato che 14 detenuti (posti in isolamento dopo il pestaggio) fossero ‘negativi’ al Covid, per favorirne il trasferimento in altri penitenziari, nonostante non fossero stati praticati test diagnostici. L’anamnesi dell’assenza di sintomi si limità al fatto che i detenuti ‘non tossivano’. Nelle carte dell’inchiesta anche i falsi referti a 13 agenti che riferirono di essere stati aggrediti da detenuti mentre le lesioni da loro lamentate traevano origine dalla loro stessa violenza (i calci, le ginocchiate ed i pugni ai danni dei reclusi). LEGGI

 

 

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