17 Maggio, Giornata internazionale contro l’omofobia

Insulti, ingiurie e minacce, non solo in privato, dalla propria famiglia, ma anche nei luoghi pubblici, soprattutto a scuola, al lavoro, nei locali, nelle strade da parte di branchi di haters. Unica causa: omofobia. È questo il clima di odio diffuso (ancora) in Italia nel 2020. La testimonianza è quella di chi ha partecipato all’indagine…

Insulti, ingiurie e minacce, non solo in privato, dalla propria famiglia, ma anche nei luoghi pubblici, soprattutto a scuola, al lavoro, nei locali, nelle strade da parte di branchi di haters. Unica causa: omofobia. È questo il clima di odio diffuso (ancora) in Italia nel 2020. La testimonianza è quella di chi ha partecipato all’indagine Hate Crimes No More Italy condotta dal Centro Risorse LGBTI, che ha accolto dati sulla violenza continua, trasversale, spesso sotterranea e manipolatoria vissuta dalle persone Lgbti. Il problema è fermare questo odio ingiusto, perché tre vittime su quattro non denunciano le aggressioni per paura o per mancanza di fiducia nelle istituzioni. Urge una legge contro l’omobilesbotransfobia, oltre a un coordinamento di iniziative e azioni che operino su più livelli a partire dalla scuola, dai luoghi di lavoro, ma anche all’interno delle forze dell’ordine e con i media. Sono passati 29 anni da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali, e dal 2004, per ricordare la storica decisione che ha causato una rivoluzione del pensiero comune contro stereotipi e pregiudizi, si celebra in tutto il mondo l’International Day against Homophobia, Biphobia and Transphobia (Idahot). Da quel momento, avere una relazione con una persona dello stesso stesso è ufficialmente considerata una “variante naturale del comportamento umano”, come formalizza la definizione dell’OMS. La ricerca Hate Crimes No More Italy condotta dal Centro Risorse LGBTI ha raccolto da giugno a dicembre 2019 ben 672 segnalazioni di crimini d’odio o altri atti motivati da odio omobilesbotransfobico lungo tutto il territorio nazionale, tramite un questionario anonimo online diffuso sui social network. L’elaborato dei dati raccolti sono oradisponibili on line. I numeri fanno paura ed è giusto riportarli. Tra le persone che hanno riportato episodi di crimini d’odio, il 73% ha subito ingiurie ed insulti, il 24% minacce, il 13% molestia sessuale, il 12% violenza fisica, il 10,4% inseguimenti. L’1% dichiara di aver subito un tentato omicidio. Il 3% ha subito il rifiuto di accesso a servizi sanitari o altri servizi pubblici e il 3% un rifiuto all’assunzione o un licenziamento. L’1,8 % ha ricevuto un rifiuto di protezione da parte delle forze dell’ordine. Sono troppe le persone che hanno subito aggressioni anche gravi senza denunciare l’accaduto. Sul totale di chi ha subito episodi di violenza sessuale, violenza fisica, stupro, danneggiamento delle proprietà, aggressioni con armi, tentato omicidio, il 76.4% non ha denunciato l’accaduto nonostante questo costituisca di per sé un reato, indipendentemente dal movente. Secondo gli esperti che hanno elaborato la ricerca Hate Crimes No More Italy, emerge da un lato la percezione che quanto subito non fosse perseguibile per legge, dall’altro, che un’eventuale denuncia sarebbe comunque stata inutile perché non si sarebbero presi i provvedimenti necessari ad evitare che accadesse ancora. In molti casi viene riportata la necessità di non attirare su di sé l’attenzione dando visibilità all’accaduto, per non dover subire una vittimizzazione secondaria. Capire il fenomeno dell’omofobia e indicare gli strumenti per combatterla e superarla, superare la violenza e raggiungere l’uguaglianza. È questo l’intento degli esperti che hanno condotto la ricerca Hate Crimes No More Italy: «Oltre a rendere evidente l’urgenza dell’approvazione della legge contro l’omobilesbotransfobia, il quadro emerso ci orienta verso alcune linee guida d’intervento». Eccole:

– adozione di policy inclusive e strategie di contrasto al bullismo omolesbobitransfobico e promozione di educazione alle differenze e all’affettività nelle scuole;

– approvazione di leggi regionali contro le discriminazioni e promozione del diversity management e dell’inclusion management nei luoghi di lavoro;

– formazione del personale delle forze dell’ordine in merito ai crimini d’odio omolesbobitransofobici;

– vigilanza sugli organi di informazione e adozione di inee guida per una rappresentazione delle soggettività LGBTI libera da stereotipi e pregiudizi;

– supporto alle realtà che tutelano coloro che sono stati allontanati dalle famiglie a causa della loro identità di genere LGBTI

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