La storia questa volta, riguarda un caso di estorsione e usura avvenuto nel 2015 a Caserta, coinvolgendo sei imputati: Davide Tuzio, Salvatore Della Medaglia, Fabio Cecora Fovio, Carmela Natale, Giovanni Santoro, Giuseppe Sirignano, e Fiorentina Olivieri di Maddaloni. L’imprenditore Vincenzo Bruno si rivolse a un vecchio socio per ottenere un prestito di 30.000 euro a causa di problemi economici. Questi intermediò con gli usurai, pattuendo una restituzione di 52.800 euro in 24 rate mensili con un tasso d’interesse del 5%.
Inizialmente, il processo portò a una condanna per usura in concorso, ma gli imputati furono assolti per il capo riguardante i reati di estorsione e tentata estorsione. Tuttavia, la Corte di Appello di Napoli ribaltò il verdetto, aggiungendo anche la condanna per il reato estorsivo.
La Corte di Cassazione ha accolto parzialmente le tesi degli avvocati difensori, annullando la parte del verdetto riguardante i reati di estorsione e tentata estorsione. Ciò determinerà un nuovo processo, presumibilmente in una sezione diversa della Corte di Appello di Napoli. Gli imputati dovranno scontare le condanne definitive e inappellabili per il reato di usura, ma, considerando le censure sollevate dalla Cassazione sulle motivazioni della condanna per estorsione, sembra probabile che il nuovo verdetto possa portare a un’assoluzione per questi reati.
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