Per Il boss dei Mazzacane Domenico Belforte e Felice Napolitano, sconto di pena, in relazione all’omicidio di Angelo Piccolo, boss della fazione rivale dei Quaqquarone. Infatti, la Corte d’Assise d’Appello ha riconosciuto le attenuanti generiche per entrambi gli imputati comminando la pena di 20 anni di reclusione (in primo grado erano stati condannati a 30).
Il motivo dell’omicidio avvenuto all’esterno di un ristorante a Casoria nel 1996 era il dominio sul comprensorio di Marcianise. Poco prima del delitto i fratelli Belforte, Domenico e Salvatore, durante un periodo di detenzione, concordarono un piano con Felice Napolitano, alias Capitone, fino ad allora killer del clan Piccolo, che avrebbe svolto un ruolo da infiltrato per l’uccisione del capoclan, Angelo Piccolo.
A seguito dell’accordo tra i suddetti, e una volta scarcerato Napolitano (a fine dell’anno 1944), iniziò l’elenco di una serie di omicidi che culminò con quello di Piccolo. Secondo quanto dichiarato dal collaboratore di giustizia Orlando Lucariello, il pretesto per attirarlo in trappola fu un appalto vinto a Marcianise da una ditta di Casalnuovo: “Capitone disse ad Angelo Piccolo che un malavitoso di Casalnuovo voleva parlare direttamente con lui per chiudere l’estorsione relativa a questo appalto”. Quindi, l’appuntamento fu fissato fuori un ristorante a Casoria. Appena entrò nella macchina, Piccolo venne freddato.
Lucariello racconta ancora, che Napolitano sarebbe transitato nelle fila dei Belforte dopo il rifiuto da parte di Angelo Piccolo di un’offerta, fatta da Capitone, da “100 milioni per fare uccidere Domenico Belforte da un albanese detenuto con lui”.
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