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Carfora ha scelto la lavagna alla passerella, la scuola al comizio e dice NO ai Fratelli d’Italia.

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LA PRESIDE DICE NO E A CASERTA SCOPPIA IL GIOCO DELLE SEDIE

(di C.G.)

CASERTA – Alla fine, Eugenia Carfora, la preside simbolo del riscatto di Caivano, quella che da anni prova a raddrizzare le vite storte del Parco Verde con libri, rigore e qualche miracolo educativo, ha detto no.
Gentile, sorridente, ma pur sempre un “no”.

La proposta – pare arrivata direttamente da Giorgia Meloni in persona era di candidarsi alle regionali nella lista casertana di Fratelli d’Italia. Ma la Carfora ha scelto la lavagna alla passerella, la scuola al comizio. Tempi stretti, forse, o più semplicemente l’istinto di chi sa che in politica, a volte, la cattedra è più pulita dello scranno.

IL PIANO B: LA “PANCHINARA” DI PIETRIMONTE

E così, archiviata la professoressa, il partito della Meloni ha tirato fuori il piano B: la panchinara Sara Petella di Piedimonte Matese, avvocato, Dottore di Ricerca in Diritto e Procedura Penale con menzione di Doctor Europeus, ha collaborato per 10 anni nella sede romana dello studio del Prof. Alfonso M. Stile, ordinario di diritto penale presso l’Università La Sapienza di Roma.

Vanta una specifica esperienza nella difesa penale con riferimento ai reati societari, colposi, contro l’ambiente e la pubblica incolumità, nonché particolare competenza nel settore dei reati contro la pubblica amministrazione e contro l’onore e la reputazione…Sempre pronta, sempre lì, nona in lista e in attesa di un’occasione.
Un ripiego elegante, dicono. Un “tappabuchi di bandiera”, mormorano gli altri.

Del resto, il copione era già scritto da tempo. Il generale Cirielli, supervisore della lista, dicono i militanti non si fidava troppo della versione “Cangiano’s cut”, considerata troppo fragile. E così, via di correzioni e sostituzioni last minute nel solito schema casertano: il partito del 4%, quello che non cresce, ma controlla.

Piccolo orticello di potere, recintato e concimato con fedeltà, silenzi e quote minime di consenso: la miglior garanzia per evitare nuovi capibastone locali.

IL LISTINO FINALE: NERO SU NERO

Alla fine, tutto confermato come da copione.
Capolista Rosa Di Maio – scelta in base all’alfabeto più che alle alleanze – ma con un curriculum di tutto rispetto: docente universitaria alla “Luigi Vanvitelli” e professionalità fuori discussione.
Dietro di lei, il solito mosaico di aspiranti consiglieri: Enzo Santangelo, Luigi Roma, Steve Stellato, Enrico Scala e, dulcis in fondo, Ranny Pagano, ex sindaco di Casaluce, approdato in extremis dopo uno scambio di calciomercato con la Lega.
Un’operazione da mercato di gennaio, con tanto di sostituzione lampo: dentro Pagano, fuori Piscitelli.

L’ETERNA PRESIDENTE

Tra le quote rosa, spicca anche Raffaela Pignetti, presidente dell’Asi, la cui candidatura promette scintille.
Ci aspettiamo di tutto meno che una replica nel merito. Ma, si sa, dalle nostre parti la dialettica politica è spesso sostituita da un tweet velenoso o da un insulto ben calibrato.

MORALE CASERTANA

E così, alla fine, Fratelli d’Italia in Terra di Lavoro si presenta con la solita miscela di fedeltà, improvvisazioni e praticelli personali.
Un partito che cresce nei sondaggi ma resta piccolo nelle logiche, dove i nomi cambiano ma i metodi restano.

Come le vecchie caldaie di una volta, possono stare vicine senza rovinarsi:
nero su nero non lascia segni visibili.
Solo un po’ di fumo… e la promessa di una fiamma che non scalda più nessuno.

  
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