La banda della Posta colpisce ancora, una notizia comune, data quasi come se fosse normale, in questo periodo.
Facciamo un momento di riflessione e come tutti ci ricordiamo che è il secondo colpo allo stesso ufficio a distanza di un mese nella città.
Allora ci alziamo dal nostro comodo sgabello e andiamo a farci un giro in Corso Giannone teatro del Furto, l’ufficio delle Poste Italiane è lì proprio nel centro.
Come “novelli” investigatori sono due le cose che notiamo, gli enormi cartelli che indicano che la zona è videosorvegliata dalle telecamere comunali e i negozi (quelli aperti) con le proprie telecamere , non abbiamo parlato con nessuno, anche perché un po’ “demoralizzati” sappiamo già la risposta “non ho sentito e visto niente”.
Non calano le domande che ci stiamo ponendo, una su tutte è “questi sistemi, videosorveglianza, di videocontrollo , sono solo pagliativi della sicurezza, un po’ come la terapia del dolore di un malato terminale?”
Di sicuro, le telecamere pubbliche e private, se funzionavano, hanno registrato tutto, allora perché non fare, come la Polizia Americana fa!
Indire una conferenza stampa e dare i filmati del furto da visionare al grande pubblico perché nei 1000 occhi che lo visionerebbero, chissà, magari c’è qualcuno che riconosca uno o più di uno, dei soliti ignoti che stanno colpendo, con lo stesso modus operandi la nostra zona.
Dimenticavo, non siamo giornalisti americani, le autorità non ci considerano una risorsa, a noi basta dare la sterile notizia “ennesimo furto alle Poste di Corso Giannone, record è la seconda volta!”
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