A guardarle, sembrano veramente bottiglie di Cristal, Dom Perignon, Moet & Chandon perfette nei dettagli, dal tappo all’etichetta. Le vendono come “occasione”, quando non vengono immesse semplicemente nel circuito della distribuzione. Solo che dopo aver stappato il tappo ci si accorge che il sapore non è proprio quello dei spumanti originali. E il motivo è solo uno: champagne contraffatto, prodotto in qualche laboratorio clandestino con chissà quale vino. Sicuramente, non con quello pregiato, francese o italiano che sia.
La produzione è iniziata dopo l’estate, per riuscire a far fronte alle ordinazioni per i grossi carichi da vendere nel periodo Natalizio e per Capodanno. Nei giorni scorsi i carabinieri del Nas, diretti dal comandante Gennaro Tiano, hanno controllato le rivendite tra San Giovanni a Teduccio e il quartiere Vasto: la strategia di ora non è più quella dello stoccaggio, ma la vendita di pochi pezzi a molti commercianti, costituendo una rete di distribuzione invece che un magazzino. I bar controllati avevano una dozzina di bottiglie contraffatte, finite sotto sequestro. Altro rinvenimento anche ai Caivano, in provincia di Napoli, su cui però sono in corso accertamenti: si potrebbe trattare di merce non falsificata ma rubata.
Invece, a fine novembre venne intercettato dalla Polizia, un grosso carico a Poggioreale: un uomo venne fermato con 15 cartoni di champagne. Controllando in casa sua, gli agenti trovarono altre 1049 bottiglie di alcol puro, grappa e liquori vari, 984 bottiglie di aziende prestigiose, 100 etichette con tanto di contrassegno dello Stato e numero seriale, oltre a 8mila etichette adesive, tappi e cartoni. Tutto, contraffatto. Inoltre, nel mese di dicembre scorso, i carabinieri del Nas avevano sequestrato ad Afragola oltre cento bottiglie col marchio “Moet & Chandon”, che un 35enne stava trasportando in automobile. Anche lo spumante italiano contraffatto nell’Europa dell’Est
Anche la sorte dei vini italiani, non è delle migliori. Infatti, sino stati presi di mira per produrre i “pezzotti”, che vengono esportati principalmente nell’Est Europa e verso la Russia, che fino a qualche anno fa costituiva il principale mercato per gli spumanti nostrani. Solo che, da qualche tempo, la produzione illegale ha superato di gran lunga quella degli originali.
Solo in Ucraina, spiegava nell’agosto 2017 Giorgio Bosticco, allora direttore del Consorzio per la Tutela dell’Asti Docg, nel giro di tre anni l’Asti falso era passato da un milione a 2,5 milioni di bottiglie; contando anche la piccola distribuzione, un totale di circa 4 milioni di bottiglie false che avevano invaso il mercato e che, in parecchi casi, contenevano soltanto acqua, gas e zucchero. Tutto venduto nei circuiti legali: su 3 milioni di bottiglie, solo 569mila erano originali.
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