Mentre il sale il bilancio dei contagiati e delle vittime del Coronavirus a Wuhan, la città cinese da dove è partita l’epidemia, rischiano di morire anche cinquantamila tra cani e gatti: tanti sono gli animali domestici che, secondo gli animalisti, sono rimasti in casa senza i loro padroni, partiti durante i festeggiamenti del capodanno cinese e mai più rientrati a causa della più grande quarantena messa in atto nella storia dell’umanità.
#SavethepetsleftbehindinWuhan ora è tra le chiavi di ricerca più usate su Weibo (il Twitter della Cina) e, cominciando da un hashtag, chi chiede aiuto per i propri animali rimasti soli comunica con chi si offre di aiutarli facendo una corsa contro il tempo. Uno di loro è Lao Mao, nome di fantasia di un animalista intervistato dall’agenzia Reuters, che non ha voluto svelare la sua identità per non far sapere ai genitori di essere uscito di casa e aver rischiato la vita per aiutare degli animali. Gli ultimi due che ha salvato sono gattini di una coppia di anziani in viaggio: è entrato in casa loro arrampicandosi su un tubo arrugginito e li ha trovati confusi e denutriti. «I volontari della mia squadra hanno salvato così più di 1000 animali dal 25 gennaio. Il mio telefono non smette di squillare», ha detto Lao Mao.
«Se non li aiutiamo cani e gatti possono morire e i loro corpi decomporsi prima che i proprietari tornino a casa», ha fatto sapere al China Daily Du Fan, presidente della the Wuhan Small Animal Protection Association che in questi giorni si sta dando da fare per portare acqua e cibo a cani e gatti rimasti soli. Dall’inizio della quarantena l’associazione ha ricevuto più di 600 chiamate, e sta intervenendo dove e come possibile dato che le case sono chiuse e senza chiavi, non è facile entrare.
Contemporaneamente in tutta la Cina si sta diffondendo la credenza che gli animali domestici possano essere contagiati e contagiare e c’è chi prende provvedimenti: in alcuni quartieri della stessa Wuhan i cani non possono essere portati a spasso, a Shanghai c’è il divieto di dare dar mangiare ai randagi e il comune di Suichang ha fatto sapere senza usare mezzi termini che i cani portati in pubblico saranno sterminati. A contribuire alla psicosi anche a una dichiarazione di Li Lanjuan, esperta della Commissione sanitaria (Nhc), che durante un programma televisivo ha detto: «Se gli animali domestici entrano in contatto con i pazienti sospettati di contagio, dovrebbero essere messi in quarantena». A ruota, dopo le sue parole, su Weibo sono comparse foto – non verificate – di cani e gatti uccisi barbaramente, alle quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha risposto con un messaggio che ricorda che non c’è nessuna evidenza scientifica che provi che gli animali domestici possano essere portatori del virus. Ma la paura, purtroppo, non risparmia nessuno.
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