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Disertata la messa di don Patriciello dopo gli stupri alle 2 cuginette

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CAIVANO – La parrocchia di San Paolo Apostolo al Parco Verde di Caivano è semideserta durante la prima messa domenicale successiva alla divulgazione della notizia degli stupri subiti dalle due cuginette. La chiesa ospita principalmente anziani, pochi adulti e alcuni bambini accompagnati dai genitori. Fuori dalla chiesa, la presenza dei giornalisti contribuisce a creare un clima teso. All’interno, il parroco, don Maurizio Patriciello, si mostra preoccupato per la sicurezza sua e della sua scorta.

Don Patriciello ha svolto un ruolo chiave nel trasformare la vecchia tenenza dell’Arma in un comando locale dei carabinieri. Lui stesso ammette di essere preoccupato per la sua sicurezza e quella della sua scorta, ma riconosce anche l’importanza del capitano Antonio Cavallo, che guida il comando dei carabinieri nella zona.

Il parroco esprime preoccupazione per l’atteggiamento della gente, che è spaventata dall’attenzione mediatica suscitata dalla vicenda degli stupri. Soprattutto coloro che hanno figli minorenni si chiedono se i loro figli siano coinvolti in qualche modo. Don Patriciello sostiene che in questa situazione tutti sono vittime, inclusi i ragazzini coinvolti negli stupri, i quali sono stati esposti a una sessualità distorta appresa dalla pornografia online.

Durante l’omelia, don Patriciello ha rinnovato l’appello al premier Meloni, chiedendo attenzione per la comunità e i bambini del Parco Verde. Ha invitato un bambino della parrocchia a salire sul pulpito e ha ricordato la visita al presidente Mattarella, sottolineando l’importanza di essere trattati con normalità.

Il parroco riflette sull’importanza della responsabilità nella trasmissione dei valori ai bambini. Critica l’assenza dei servizi sociali e la mancanza di fondi che contribuiscono alla situazione difficile. Sottolinea anche il problema del maschilismo nella società e fa riferimento a fatti recenti avvenuti a Palermo, dove sono emerse conversazioni offensive in una chat.

Don Patriciello conclude l’omelia invitando tutti a unirsi e sottolineando che solo uniti è possibile cambiare la situazione. Sottolinea che la parola magica è “insieme” e che solo attraverso l’unione e l’azione congiunta è possibile affrontare il male e creare un cambiamento positivo.

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