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E il gregge và a passeggio , e l’immunità?

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Natale si avvicina e bastava fare un giro ieri in città per rendersi conto che è così. Oltre al traffico senza pace, colpiva la marea di gente che si è riversata in centro per lo shopping e poi – in serata – per la movida.
Le strade di Caserta  si riempiono, le mascherine spesso non ci sono e in tutto questo – come nelle comiche –  il regime ci incalza, senza un serio contradditorio, non si vedono ne si sentono esperti da nobel, ma quattro ladri di galline, che con le loro comparsate  terrorizzano intere famiglie, portandole all’isolamento, all’emarginazione sociale, per non scrivere di locandine e pubblicità ignobile sui bambini dal titolo “Isolati o vaccinati”.

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Nell’ultimo articolo sui vaccini scrivevo del consenso informato come residuo del codice di Norimberga per distinguere tra una sperimentazione di massa consenziente e consensuale e un atto di tortura bell’e buono sulla popolazione inerme e ignara, suscettibile di essere definito come crimine contro l’umanità. Pertanto le multinazionali del farmaco, che sono riuscite a far scaricare sugli Stati i risarcimenti da danno vaccinale, devono premunirsi dall’eventuale accusa di crimini contro l’umanità facendo in modo che il paziente firmi questo documento.

Invece tutto quello che è stato fatto sui vaccini in Italia, accordi sopra le nostre teste, è stato fatto senza informarci o solo con piccoli trafiletti, senza consultarci, senza quasi dibattito in parlamento, o con un dibattito taroccato da personaggi da salotto gonfiati che hanno silenziato i clinici e anche i premi nobel nel campo, tutto in grande spregio del normale funzionamento della democrazia.

Tutto avviene oramai attraverso accordi internazionali firmati dietro le quinte, un po’ come contratti commerciali internazionali, un po’ come le clausole capestro dei contratti derivati firmati dal Tesoro con le banche di affari.

Gavi, associazione di Bill e Melinda Gates, è una lobby privatistica delle multinazionali farmaceutiche che è riuscita a inserire il programma di vaccinazioni, di cui l’Italia è capofila, anche nell’agenda dell’UE.

L’OMS vanta tra i primi finanziatori la Fondazione Gates e Gavi, di Bill Gates colui a cui il nostro “avvocato squillo” ha promesso in una telefonata durante il lockdown centinaia di milioni di finanziamenti alla ricerca di un vaccino contro il “covid”.

Ora un interrogativo retorico è d’obbligo: è ammissibile che una organizzazione internazionale sia finanziata da un uomo, il più ricco del mondo come il fondatore di Microsoft? O da un privato in genere? O da un gruppo di privati?

Soprattutto se tale gruppo di privati è proprio lo stesso che conosce gli arcani della creazione monetaria, lo strumento del debito per ricattare gli Stati e per saccheggiarli, controllando in conflitto di interessi, multinazionali dei media, del petrolio, banche dealer e fondi di investimento oltre alle over del top del net?

Questo mi  porta a dire che queste organizzazioni internazionali sono da bandire dalla faccia della terra proprio nella loro forma SpA, società anonime eredi delle compagnie delle indie guerrafondaie e negriere, perché sono tutte controllate da quella stessa elite che controlla BigPharma, BigData e BigMoney.

Niente sarà più come prima, ripetono i registi dell’emergenza infinita: loro sperano semplicemente di tracciare il gregge, per l’eternità, plasmandolo a loro piacimento. Cosa tecnicamente possibile, oggi, e in tempi brevissimi: grazie alla globalizzazione sistemica (incluse, appunto, le eventuali epidemie globali). A dire che cambierà tutto, però, sono anche i loro oppositori: certificano la fine di un sistema che, già prima, era marcio dalla testa ai piedi. Chi vincerà? Dipende anche dalle pecorelle, da noi ranocchie nella pentola: per quanto ancora resteremo lì a bollire? Uno dei nostri difetti – uno dei tanti – consiste probabilmente nella faziosità istintiva, nell’animosità che avvelena le dispute, diffondendo rancore. Davanti allo spettacolo cui ci tocca assistere oggi, non manca chi si ostina a scovare – pateticamente – differenziazioni politiche, vizi e virtù in base all’appartenenza di clan, alla scuderia elettorale, come se esistessero ancora vere differenze tra Fontana e Zingaretti, tra Di Maio e Renzi. Sul fronte opposto, chi è esasperato dagli abusi (governativi, ma anche regionali) tende a insultare i dormienti, definendoli complici e codardi. La zizzania – poveri scemi sottomessi contro mentecatti irresponsabilmente “negazionisti” – non fa che cementare le divisioni, ritardando l’ipotetico risveglio, ovvero l’intuizione: siamo tutti sulla stessa barca. Ci vuole tempo, certo. Quanto ce ne sarà concesso, ancora?

 

 

 

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