EX CANAPIFICIO – CASERTA KEST’È: ”IL SINDACO NON SAPEVA NULLA?”

A distanza di quasi un mese dal sequestro dell’ex Canapificio di Caserta, per condizioni igienico sanitarie carenti, capannoni fatiscenti e pericolo di crollo concreto, nulla si sa che fine abbia fatto il progetto Sprar. Per chi non lo sapesse, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) è costituito dalla rete degli enti…

A distanza di quasi un mese dal sequestro dell’ex Canapificio di Caserta, per condizioni igienico sanitarie carenti, capannoni fatiscenti e pericolo di crollo concreto, nulla si sa che fine abbia fatto il progetto Sprar.

Per chi non lo sapesse, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) è costituito dalla rete degli enti locali che per la realizzazione di progettidi accoglienza integrata accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo.

Quindi, vogliamo ricordare che  nei capannoni, in via Ellittico, c’erano uffici dove veniva offerta assistenza legale agli immigrati e si svolgevano alcuni corsi dello Sprar di Caserta.

Se secondo il Gip Orazio Rossi, il responsabile dello stato di fatiscenza dei locali di viale Ellittico non sono i soci del Centro sociale, ma la Regione Campania che di quelle strutture è proprietaria. Secondo noi, sottolinea il presidente di Caserta Kest’è dott. Ciro Guerriero, l’indifferenza dell’amministrazione Marino ha dell’inverosimile per quanto riguarda la vicenda dell’ex Canapificio. Ebbene sì, desta perplessità il fatto che il Comune di Caserta, e quindi Carlo Marino nella qualità di Sindaco, nonostante fosse l’Ente capofila che ha lanciato la sfida al territorio e alle altre istituzioni locali e nazionali di accogliere 200 richiedenti asilo con la rete territoriale non abbia contezza dell’agibilità degli immobili dove si svolgono tutte le attività del progetto Sprar autorizzato dalla giunta comunale. È una vicenda alquanto grave, continua Guerriero, perché vogliamo sapere com’è stato possibile che ad accertare lo stato dei luoghi siano stati i tecnici della Procura, mentre dal Comune nessuno si sia mai accorto che quell’edificio, all’interno del quale l’Ente partecipava come suddetto, al progetto (lo SPRAR), era a rischio dallo stato di degrado in cui versava? A questo punto, dichiara Guerriero, chiediamo maggiore chiarezza sull’intera vicenda ma sopratutto vogliamo sapere che fine ha fatto il progetto Sprar?”, conclude il presidente di Caserta Kest’è.

, , ,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *