Ai Comuni di tutta Italia in questo momento tragico del Coronavirus, non essendoci un flusso di auto, a volte quasi zero, A.I.F.V.S. Onlus, come associazione è convinta che sia il momento di fare degli interventi sulle buche.
Alberto Pallotti (A.I.F.V.S. ONLUS) promuove la campagna per segnalazioni buche stradali: VERONA. “S.O.S. buche in Italia”. E’ questo il titolo scelto dal presidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus, Alberto Pallotti, per la campagna di sensibilizzazione legata alle buche presenti sui manti stradali italiani.
L’iniziativa coinvolge tutte le 120 sedi sparse su territorio nazionale. I cittadini potranno contattare l’A.I.F.V.S. Onlus tramite Whatsapp al numero 3281279114, unico riferimento telefonico valido. I segnalatori, il cui anonimato verrà garantito sin dalle prime fasi, dovranno inviare le foto nitide delle buche, precisando strada e numero civico. Qualora si tratti di collegamenti autostradali e superstradali, i cittadini dovranno indicare dettagliatamente il chilometro di percorrenza. La documentazione ufficiale ricevuta verrà inviata, mantenendo l’anonimato della fonte, agli enti di competenza tramite PEC ufficiale dell’associazione.
“Abbiamo proposto questa iniziativa perché riteniamo l’Italia soffra particolarmente la problematica – afferma Alberto Pallotti -. Da anni ci battiamo in ogni sede, come ha fatto il referente di Aversa ed agro aversano, Biagio Ciaramella, il quale ha richiesto una verifica rispetto alle prescrizioni di cui all’art. 208 CDS, riguardante proventi derivanti dai verbali effettuati sui territori di Caserta e Napoli dagli enti preposti alla sicurezza stradale ed il loro utilizzo. Tale azione riguarda i proventi incassati dalle amministrazioni comunali negli ultimi 5 anni. Una linea che, insieme, abbiamo deciso di seguire anche su piano nazionale. Ci metteremo sempre la faccia per contrastare il fenomeno, ma è necessaria anche la piena partecipazione dei cittadini. Siamo stanchi delle tragedie stradali riportate dai giornali solo nelle prime fasi, è necessario parlarne in continuazione. I nostri morti – conclude – non sono morti di Serie B”.
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