Ieri sera prima del fischio d’inizio della finale di Coppa Italia tra Juventus e Napoli, si è “cantato” se cosi si può dire, l’Inno di Mameli.
A farlo quest’anno, in uno stadio vuoto a causa delle norme contro il contagio da coronavirus è stato Sergio Sylvestre. Il cantante che ci auguriamo si è fatto trasportare dalla troppa emozione, sbaglia non solo l’Inno, ma inoltre tiene anche il braccio alzato mostrando a tutti un pugno chiuso. L’Inno di Mameli come tutti sappiamo si canta mettendo la mano sul petto. Il cantante dopo la performance riuscita male, si è scusato, ma il popolo del web si sa, non ti perdona, ed è subito bufera.
Noi accettiamo le scuse di Sylvestre, ma non vorremmo mai che questo episodio rappresentasse l’ultima follia di qualche globalista. L’inno è una cosa seria, è la nostra storia, è la nostra radice principale.
Non siamo “razzisti”, non siamo “fascisti”, tendiamo a specificarlo per stoppare subito qualsiasi polemica.
Siamo italiani fieri di essere italiani, e in questa Nazione, ormai spoglia di tutti i suoi valori, lasciateci almeno l’Inno, perché non abbiamo nemmeno più le lacrime per piangere questa Italia deturpata, ci è rimasto solo il tricolore.
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