La Campania, come molte regioni italiane, è letteralmente sotto assedio da parte del Covid10 che in questa seconda ondata sta mostrando, purtroppo, ‘’muscoli’’ ancora più possenti rispetto ai mesi scorsi. Manovre di emergenza sanitaria e piani di contenimento del contagio si sostanziano in una marea di provvedimenti (che spaziano dal nazionale, al regionale fino ai comuni) che non ha precedenti e che quasi si inseguono alla ricerca di una ‘’formula magica’’ che spazzi via tutto. Ma il click risolutore (leggi Vaccino e seguiti) non è ancora a portata di mano. In queste ultime ore una luce di speranza si è accesa. Le statistiche rilevate in molte province campane, nelle ultime 48 ore, hanno rilevato un tasso di incidenza della pandemia meno incalzante; in particolare nel casertano l’Asl ha effettuato un accurato report delle recenti condizioni dei reparti di pronto soccorso dei vari nosocomi dislocati sul territorio dal quale è emerso un segnale incoraggiante consistente nella migliore possibilità di accoglimento e gestione dei nuovi ammalati. E’ un dato che va in controtendenza con l’attuale situazione su scala nazionale ma che ha una sua spiegazione: potrebbe essere l’effetto del momentaneo lockdown abbinato all’apertura di alcune strutture sanitarie private e all’aumento del numero dei guariti. E’ proprio il caso di dire che finalmente la sanità in Campania tira un piccolo sospiro di sollievo. Permangono tuttavia segnali tutti da verificare in zone e strutture dove l’organizzazione di mezzi ed uomini non brilla. I dati incoraggianti insomma devono indurre a pensare che la pandemia si può combattere con piccoli sforzi di coesione strategica tra le opzioni a disposizione delle istituzioni e deve indirizzare la popolazione a porre grande attenzione verso le proprie scelte quotidiane.
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