CASERTA – Una carriera incredibile, quella di Joseph Capriati, arrivato ai vertici della musica techno house mondiale. Una carriera cominciata, all’età di soli 11 anni, alla periferia di Caserta, dove oggi sorge un altro locale di tendenza e dove, 22 anni fa, era aperto il ‘Disco Seven’ punto di ritrovo per i giovani del capoluogo.
In quell’ angolo di periferia Giuseppe, poco più che bambino, muoveva i primi passi nel mondo della musica con il nome d’arte di ‘Prince J’.
Ancora oggi ci si ricorda delle feste natalizie al Mono, nel centro della città. Inizi, come sempre, difficili anche in famiglia dove il padre Pietro e la mamma combattevano per una carriera scolastica e professionale ‘ordinaria’ nella Caserta anni ‘90.
Viaggia molto e scopre il mondo ma a Caserta è rimasto sempre fortemente legato anche dopo l’arrivo del successo, quello vero. L’anno è il 2012 e Joseph Capriati raggiunge il tempio della musica techno house, l’Amnesia di Ibiza dove diventa dj resident. La svolta e la realizzazione di un sogno. Suo anche il record di musica senza interruzione: a Miami ha suonato per 25 ore 30 record personale e della città americana. Lo scorso maggio è apparso con l’assessore alla regione Campania, Lucia Fortini, per una una video-diretta social dal titolo “Regioniamo insieme”.
In quell’occasione il 33enne racconta la sua storia e dialoga con l’assessore per cercare di trovare degli obiettivi comuni per aiutare i talenti campani. Durante questa emergenza sanitaria aveva postato anche un video in cui lanciava un appello ai giovani della movida affinche’ usassero tutte le precauzioni possibili per evitare la diffusione del virus
L’ultimo suo post risale al primo gennaio, quando con una foto con le dita in segno di vittoria augura “Felice anno nuovo 2021 a tutti, con il grande augurio di rivederci presto. Inviando tanto amore ed energia positiva”. Anche i rapporti con i genitori non erano cattivi e spesso lo andavano a trovare nelle sue residenze spagnole, a Barcellona e Ibiza. La città è il contrario della piccola via Viviani. Qui il silenzio è assordante. Le imposte restano sbarrate. Non c’è voglia di parlare ma molta di capire.
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