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IL MAGO MARINO. Beccati con le mani nella marmellata, sparisce dall’albo pretorio la determina per l’assunzione di 2 figli di consiglieri comunali. Il prefetto intervenga o si coprirà di ridicolo

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Caserta – La storia che già alcune testate on line stanno raccontando ai casertani e, in realtà, vecchia ‘come il cucco’. Stiamo parlando del solito ‘trastolone’ politico elettorale volto ad assicurare a due illustri ‘figli di’ un posto al sole, vale a dire un posto fisso, all’interno dell’organigramma comunale.

L’amministrazione guidata da Carlo Marino, come al solito, brilla per l’opacità delle procedure messe in atto dagli uffici comunali che, in definitiva, si trovano nella spiacevole situazione di dover obbedire agli ordini anche se l’ordinamento degli enti locali, santificato nel Tuel e nelle altre leggi della repubblica, dice il contrario, visto che alla politica tocca l’indirizzo e ai dirigenti tocca l’esecuzione in totale autonomia.

Siccome, però, a Caserta, da anni ormai, non viviamo più entro i confini della repubblica italiana ma ci siamo costituiti, almeno a giudicare dalla produzione amministrativa, in una repubblichetta delle banane qualsiasi, le leggi vengono ripetutamente violate.

Il problema qual’è? E’ semplice. Il comune, con la determina 958 del 22 giugno 2021, ha attivato le procedure per rivolgersi ad una agenzia interinale privata per recuperare un paio di giovani e baldanzosi ragazzotti da assumere. Presto si è sparsa la voce, probabilmente arrivata da altri consiglieri comunali che pure nutrivano la stessa ambizione per i loro pargoli ed eredi, che tutta la manovra era funzionale proprio a risolvere le preoccupazioni di due eletti per la sorte professionale di propri figli.

In sostanza Marino ha recepito l’istanza di due consiglieri e si è mosso di conseguenza. Questa l’ipotesi che è circolata nel capoluogo fin dal momento della pubblicazione dell’atto.

Tanto rumore ha fatto e tanto realistica era quest’eventualità, che giustamente i funzionari del comune hanno in pochi giorni fatto sparire l’atto contestato, la già citata determina 958. Il ritiro di un atto pubblico senza lasciarne traccia all’albo pretorio, rafforza i sospetti che tutta la storiella sia vera.

Una storiella triste che conferma una realtà altrettanto triste: i giovani di questa terra, se non sono ‘figli di’ possono preparare la valigia di cartone e partire per altri lidi visto che qui, il loro diritto a realizzarsi e a giocarsela alla pari con tutti i loro coetanei, non viene garantito. Non a caso, Caserta fa repubblica (delle banane) a sé. Tutta gente, senz’altro ‘meritevole’ (e il meritevole è usato in senso ironico) da rivotare a mani basse alle prossime elezioni…

E non è l’unico caso visto che, gironzolando all’interno dell’albo pretorio comunale sono decine gli atti, pur numerati, che mancano all’appello, come nel caso dei permessi a costruire. Che fine fanno gli atti non pubblicati? E cosa contengono? Mistero casertano a cui Marino, o la Procura o la Prefettura, dovrebbero, prima o poi, rispondere.

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